VERSO LA RIPRESA FINANZIARIA

VERSO LA RIPRESA FINANZIARIAVerso la ripresa finanziaria, un’ipotesi che in questo periodo ha coinvolto le economie mondiali mettendo in ginocchio gran parte dei settori finanziari, consentendoci di riscontrare che la tanto agognata ripresa attesa dalla maggior parte degli operatori finanziari e dai tanti investitori privati per il 2021, quasi sicuramente potrà arrivare in ritardo e sarà molto asfittica contrariamente a quanto sperato VERSO LA RIPRESA FINANZIARIA

La scommessa fatta dagli stessi governi per far ripartire i sistemi finanziari, sta miseramente fallendo per la carenza di vaccini causata dagli stessi produttori, ma anche per carenza di infrastrutture (soprattutto digitali per l’Italia), scarsi investimenti, scarsità nell’estrazione e lavorazione delle materie prime, tassi d’interesse reali che sono aumentati invece di dare respiro al settore finanziario e dai beni rifugio che in questo momento stanno subendo perdite per un 23% del loro valore reale e rendendo di difficile credibilità la direzione auspicata verso la ripresa finanziaria.

Secondo i nostri analisti, la ripresa economico-finanziaria avverrà molto lentamente e ci vorranno non meno di una decina di anni per poter ritornare ai regimi normali pre-covid, quindi non propriamente rivoluzionari e profittevoli nell’immediato come in molti sperano e non è necessario essere profeti di sventura per comprendere che la sorte delle borse non potrà essere certamente né immediata, né tanto meno generare ricchi guadagni se non avverrà un cambio di passo molto veloce per riaprire i Paesi in lockdown e con le finanze oramai in ginocchio ma che sperano in una strada diretta verso la ripresa finanziaria.

Paesi come gli Emirati Arabi Uniti, da sempre maggiori investitori per le imprese private, gli Stati, progettualità nel settore innovativo e tante altre risorse in cui investire, si sono chiusi a riccio finanziando prevalentemente la propria economia locale e riducendo drasticamente la possibilità per molte economie di potersi velocemente risollevare.

Il problema per il vecchio continente europeo è stato creato soprattutto dalla mancanza di vaccini operata scientemente da un’operazione politica compiuta dalla Germania che ha messo in grave difficoltà il produttore AstroZeneca che aveva iniziato a fornire milioni di dosi per la popolazione degli Stati europei, che avrebbero potuto rapidamente risollevare le loro economie riaccendendo i motori finanziari, ma che avrebbero anche potuto rendere la stessa Germania uno dei fanalini di coda del sistema finanziario europeo, portando alla luce tutte le problematiche legate da sempre al suo sistema produttivo.

Con questa operazione strategica, la Germania ha fatto guadagnare miliardi di dollari alla Pfitzer tedesca, ponendosi così in maniera esponenziale come miglior produttore di vaccini, facendo intascare al governo tedesco tasse percentualmente superiori al dovuto, ponendo il sistema Paese con un livello di disoccupazione sicuramente più basso se confrontato con gli altri Stati ed evitando una sicura recessione.

Le economie mondiali hanno dovuto accettare un deciso passo indietro verso la ripresa finanziaria e chi, non lo ha fatto, ha dovuto pagare un numero superiore di vittime da covid contrariamente alla Cina che ha approfittato della situazione spargendo mascherine, respiratori polmonari, disinfettanti e tanti altri prodotti necessari alla prevenzione e cura da covid a prezzi nettamente superiori anche del 50% del loro valore commerciale, con sistemi economici operati dai suoi produttori e broker, in sprezzo della vita umana e dell’aiuto reciproco per l’umanità in questi tragici e bui momenti.

VERSO LA RIPRESA FINANZIARIA

La popolazione mondiale è demograficamente cresciuta in contrasto alle tante vite spezzate ed alla decimazione di una generazione di anziani, ma anche le disuguaglianze sociali sono cresciute di pari passo con una riduzione dei redditi individuali rendendo più povere anche le famose classi medie da sempre al sicuro da possibili eventi catastrofici del mondo finanziario.

Le banche centrali hanno operato per sopperire alle necessità di monetizzazione dei debiti pubblici per cercare di rilanciare una crescita a singhiozzo dettata da continui lockdown, non riuscendo a ribaltare le ristrettezze delle varie economie degli Stati ed in particolar modo, la BCE europea si è dimostrata non adeguata non potendo immettere denaro fresco nelle economie dei propri Stati a causa delle normative che la governano ed in contrasto con quanto avvenuto con la F.E.D- americana che ha sostenuto molto adeguatamente la finanza.

Ma inondare di soldi i mercati finanziari di tutto il mondo non è stata la scelta migliore operata per dirigersi verso la ripresa finanziaria, ed anzi, li ha portati ad affogare di liquidità i vari Stati e a far salire alle stelle i debiti pubblici e  le loro quotazioni ed allo stesso tempo, a rischiare di accrescere la loro instabilità dove anche il moltiplicarsi delle posizioni aperte su strumenti derivativi ha generato un grosso rischio sistemico a cui nessuno sta seriamente prestando attenzione.

Per concludere, bisogna completare un quadro non proprio roseo e non possiamo evitare di mettere in evidenza le insolvenze ed i fallimenti aziendali che inevitabilmente faranno seguito ad una delle recessioni globali più profonde che si avranno da un secolo a questa parte, mettendo in seria difficoltà un sistema bancario ormai allo stremo che potrebbe scatenare il panico tra i suoi clienti ed i suoi investitori sbarrando la strada verso la ripresa finanziaria mondiale.

Molti operatori finanziari e molti economisti di Stato, ad oggi non credono in una vera crisi finanziaria così importante per due semplici motivi:

1. perché la grande liquidità che sorregge i mercati potrebbe -con un po’ di fortuna e di buona volontà- trasformarsi in un’ondata di nuovi investimenti che a loro volta potrebbero alimentare la ripresa dell’occupazione e di conseguenza dell’economia mondiale

2. perché quella stessa ripresa in alcune parti del Mondo (Cina, Giappone e anche U.S.A.) è già iniziata rendendo, al momento, una visione di crisi meno profonda da ciò che apparentemente potrebbe delinearsi

Come conseguenza alla congestione di liquidità che affoga i mercati finanziari, i tassi d’interesse continuano ad scendere al di sotto dello zero e i timori di svalutazione delle principali divise di conto valutario si moltiplicano, mentre le valutazioni aziendali continuano a crescere perché c’è più domanda di investimenti che opportunità ancora da cogliere.

Queste ultime due ipotesi alimentano inevitabilmente l’innovazione e le startup tecnologiche, contribuendo a finanziare le spese infrastrutturali dove, solo il tempo, potrà evidenziare le ragioni delle borse mondiali orientate verso la ripresa finanziaria.

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