Smart working lavoro agile

Smart working e le nuove sfide globali costringono le aziende a trasformarsi modificando la propria struttura, i propri processi, ismart working - lavoro agile propri team e i propri spazi per realizzare un sistema di lavoro più agile e flessibile, capace di rispondere alle tendenze attuali, sfruttando le opportunità che la tecnologia offre e valorizzando la creatività e il benessere del team, facendo emergere un nuovo modo di lavorare.

Sono anni che lo smart working oltre oceano viene utilizzato, dove nel vecchio continente sembra adesso una novità avveniristica che possa portare giovamento alle produzioni ed alle aziende in momenti in cui non è possibile utilizzare gli uffici anche per evitare sovraffollamento ed abbassarne i costi di gestione.

Alcuni tecnici informatici della SHADOIT CONSULTANCY GROUP LTD di Malta, già quindici anni fa, quando non era in progetto la fondazione della holding, iniziarono a suggerire l’utilizzo di piattaforme informatiche remote che dessero la possibilità al personale amministrativo di poter utilizzare il lavoro agile o smart working.

Purtroppo il modo di pensare dei manager ed amministratori delle varie aziende europee, miopi davanti al fatto di non poter controllare il personale remoto poneva un’ostacolo insormontabile a questa tecnologia già forte di tutte quelle caratteristiche che ne avrebbero in seguito determinato una scelta obbligata.

Lo smart working consente ad un imprenditore piccolo, medio e grande, di abbassare i costi del lavoro non intaccando ciò che è il costo vero e proprio del personale in quanto il valore di una busta paga rimane invariato, ma abbassa i costi di gestione della manutenzione degli uffici, del costo delle apparecchiature (personal computer) e del personale tecnico che deve periodicamente intervenire, dell’affitto dei locali, dove l’azienda può essere ridimensionata notevolmente dando anche il vantaggio consentito dall’archiviazione elettronica e centralizzazione dei dati grazie a servizi come l’ Owncloud dati centralizzati.

Con l’incremento ingegneristico e le nuove scoperte tecnologiche che al giorno d’oggi hanno determinato il potenziamento di quelli che un tempo venivano definiti server hardware, si sono evolute anche le tecnologie di virtualizzazione che hanno dato la possibilità a molte imprese di poter consentire al proprio personale di operare in maniera centralizzata lavorando direttamente su computer in remoto con macchine locali di vetusta ma perfetta funzionalità, sfruttando la potenza del server remoto e tutti gli applicativi installati su quest’ultimo, non dovendosi più curare della manutenzione del PC locale che può essere benissimo sostituito in un attimo in caso di guasto senza la preoccupazione di un’eventuale perdita dati.

Lo smart working oggi sembra essere il presente di un passato avveniristico che consentirà alle imprese notevoli risparmi sulle infrastrutture consentendogli di intervenire sulle finanze aziendali in maniera favorevole aumentando la produzione ed incrementando i profitti con il minimo dispendio di risorse.

Emergono così nuove metodologie che aumentano la flessibilità nell’interesse della creatività e del benessere cercando di creare valore e innovazione dalla collaborazione intelligente tra persone e tecnologie.

La virtualizzazione è una tecnologia che permette, in poche parole, di separare l’ambiente software dall’hardware (comunemente il PC) usato dai dipendenti in azienda.

Il desktop viene virtualizzato all’interno di un server o di un cluster di server e gli utenti possono accedervi tramite una connessione di rete e usando le credenziali già in loro possesso.

Per di più, l’azienda può scegliere quale sistema operativo virtualizzare, a prescindere dal dispositivo usato dallo staff, permettendo di conseguenza di avere un’esperienza migliore poiché l’hardware usato dal dipendente non è più un vincolo.

Esistono varie tipologie di desktop virtualizzato che offrono, per esempio, un singolo desktop oppure molteplici desktop virtualizzati, macchine virtuali locali oppure hosted virtual desktop.

Ogni impresa può adottare la tipologia di virtualizzazione desktop più adatta a raggiungere gli obiettivi prefissati secondo il budget previsto e in base al numero di dipendenti che vengono coinvolti.

In un mondo sempre più alla ricerca del green e del benessere collettivo, lo smart working con la collaborazione del personale, aiuterà gli imprenditori a ridurre i costi operativi e a ridurre l’impatto sull’ambiente con un cambiamento nella cultura del lavoro, cercando di fornire il quadro necessario per generare processi intelligenti e agili che favoriscano l’efficacia dell’organizzazione e la sua capacità di adattarsi al cambiamento.

Lo smart working si concentra su quattro concetti che assumono una nuova dimensione: spazio, tempo, tecnologia e persone.

Il lavoro non è più limitato ai limiti fisici dell’azienda, a tavoli e sedie ed attività diverse possono richiedere spazi diversi e colleghi diversi, anche in località remote dove l’importante è il compito, non il luogo in cui viene svolto.

L’ufficio in smart working diventa quindi uno spazio collaborativo, dove si condividono le esperienze.

Riorganizzare e automatizzare i processi di lavoro consente di concentrarsi sul progetto, sugli obiettivi e su ciascuna delle attività svolte, indipendentemente da dove e quando vengono affrontate.

Le attività individuali diventano più flessibili e il tempo dedicato al lavoro di squadra può essere dedicato alla creatività e all’innovazione.

La riorganizzazione del lavoro in smart working viene spesso agevolata dai bassi costi di gestione delle linee telefoniche che, un’imprenditore, può decidere di pagare al collaboratore fornendolo anche di una scheda telefonica aziendale per il cellulare consentendo a quest’ultimo telefonate illimitate e partecipazione a gruppi di lavoro grazie a tecnologie come Whatsapp o Telegram, consentendo quindi un continuo flusso di interscambio di informazioni tra la direzione ed il personale amministrativo.

La paura infondata di molti è il mancato controllo sul personale a causa dello smart working, ma quando si hanno obiettivi da raggiungere ed il personale è collegato telefonicamente non è possibile che si abbiano diminuzioni sull’operatività e qualità del lavoro svolto dal collaboratore, anzi, tutto il contrario, in quanto si otterrà sicuramente un’incremento nella produzione e lavorazione dei documenti ed un maggior affiatamento del personale che interagirà maggiormente con il personale dirigente.

Il famoso badge aziendale di cui è solitamente fornito il personale di un’azienda, andrà in soffitta e verrà soppiantato dai log di collegamento del server che contribuiranno alla visualizzazione precisa dell’inizio attività lavorative e termine attività lavorative giornaliere nel rispetto dei contratti di lavoro evitando così anche lo stress che il personale deve subire spostandosi in mezzo al traffico per raggiungere l’azienda ed i costi che a cui il lavoratore è sottoposto mensilmente portando un vantaggio economico per tutte le parti.

Un’azienda potrebbe ridursi al solo personale dirigenziale, una segretaria che comunque potrebbe essere necessaria, trasformando così l’impresa in un ufficio di rappresentanza molto più efficiente ed agile proprio grazie allo smart working che è una metodologia di lavoro molto utilizzata negli Stati Uniti di America da moltissimi decenni.

La tecnologia ha rivoluzionato gli spazi di lavoro, creando modi più efficienti per collaborare; ottimizzare i processi e snellire i progetti. La tecnologia è ciò che consente flessibilità in termini di spazi e tempi di lavoro, ma per essere efficace deve essere sempre allineata alla struttura e al funzionamento dell’azienda.

Le nuove metodologie di lavoro mettono le persone al centro di esse con lo smart working, consentendo di riporre la fiducia e la responsabilità per i compiti nel team.

Il dove e il quando dei compiti diventa meno importante a favore della creatività e dei risultati, potendo decidere le formule di lavoro più adatte a ogni individuo favorendo inoltre la libertà e il benessere dei dipendenti, migliorandone l’impegno, la soddisfazione, la responsabilità e la fidelizzazione che è un fattore crucialmente importante per un datore di lavoro.

Lo smart working si basa sulla fiducia e sulla responsabilità di ogni membro del team traducendosi in un viaggio di trasformazione culturale che implica dare priorità a progetti e risultati, fornendo autonomia, libertà e flessibilità, consentendo a tutti di lavorare quando, dove e come vogliono, concentrandosi sul cliente e sull’utente e lavorando trasversalmente ma con maggiore velocità e precisione.

Il lavoro basato sull’attività è un’evoluzione dello smart working, ma si concentra sull’attività svolta migliorando la collaborazione in team e incoraggiando i dipendenti a scoprire e implementare il modo migliore per lavorare attraverso la progettazione dello spazio, riuscendo a garantire il lavoro di squadra e non più l’individualismo che da sempre è un problema di tutte le realtà lavorative aziendali.

Questo concetto incorpora la conoscenza del comportamento delle persone, poiché raccoglie i dati attraverso sistemi intelligenti computerizzati, dove queste informazioni consentono di rilevare modelli comportamentali e di adattare il lavoro dell’azienda alle mutevoli esigenze dei clienti e dei dipendenti.

I migliori luoghi di lavoro si concentrano sulle esperienze che generano all’interno dello spazio offrendo ai dipendenti scelte su dove lavorare, come lavorare, nonché mobilità e flessibilità.

Le generazioni più giovani preferiscono l’esperienza dello smart working alla proprietà, cercando di connettersi tra loro, creare comunità e condividere esperienze e le aziende dando la priorità al benessere dei propri lavoratori possono solo trarne un vantaggio qualitativo.

In questo senso, lo spazio di lavoro ha molto da contribuire alla trasformazione delle aziende e la concezione e distribuzione degli spazi stessi, così come la scelta degli arredi devono rispondere a questa esigenza di flessibilità e alle specifiche esigenze di ogni azienda e di ogni team.

La versatilità degli arredi consente di creare spazi di concentrazione, socializzazione, comunicazione o dispersione consistendo in varie soluzioni di arredo che consentono la creazione di spazi smart working dando ai dipendenti la possibilità di cambiare postazione di lavoro a seconda delle loro esigenze quotidiane (personal computer fissi, notebook etc).

Gli spazi flessibili in smart working portano a modelli di business flessibili e processi agili e consentendo l’incorporazione di persone molto diverse, garantendo il loro comfort e benessere riuscendo a promuovere la comunicazione e l’innovazione e, in questo senso, l’arredamento diventa un alleato di produttività e talento.

La virtualizzazione ha aperto un mondo nuovo che gli imprenditori devono saper cogliere per rinnovare le proprie attività aziendali ed il proprio business, questa è la chiave per il successo futuro di un’impresa che, se utilizzato per tempo, saprà e potrà portare beneficio a chi ne saprà intravedere gli obiettivi.

Smart working - Blog I.T. - IT Blog

Austria da scoprire

Austria da scoprire, ecco uno Stato membro dell’Unione Europea che è sempre passato nel silenAUSTRIA - WORLD NEWS - NEWS - DANUBIOzio non dando mai alcun riverbero negativo sulla sua economia e sulla sua gestione politica

Un’Austria tutta da scoprire, con le sue bellezze ed i suoi paesaggi, con il senso di ospitalità forte nel suo popolo da portare i visitatori a sognare e chi ne ha avuto la possibilità, a riscoprirne il folclore ed i suoi profumi.

AUSTRIA - WORLD NEWS - NEWS - DANUBIO

Sulle note del Bel Danubio Blu, un’opera musicale indiscussa, un valzer composto nel 1866 da un grande maestro austriaco, Johann Strauss, ci lasceremo andare e ci faremo guidare sulle sue note per riscoprire l’Austria della Vienna, sua capitale colma e plasmata da un’architettura che lascia da sempre incantati i suoi visitatori forte di antichi monasteri, chiese e castelli medievali ora divenuti patrimonio dell’UNESCO.

Il valzer dapprima lento e soave per poi diventare prorompente, ci porta ad immaginare i pittoreschi paesini spesso ritratti in vecchie storie della Baviera ma nella realtà abitati da coltivatori vinicoli, giardini in fiore e prati inondati dal sole che consentono il risveglio di profumi dimenticati, profumi d’altri tempi.

Vienna, capitale dell’Austria ha dato natali ai più grandi compositori come Schubert famoso per la sua “Ave Maria” richiesta da sempre per i matrimoni e Strauss con i AUSTRIA - WORLD NEWS - NEWS - DANUBIOsuoi oramai famosi valzer viennesi, ma legata a compositori quali Mozart, grande compositore di musiche per organo e Beethoven divenuto celebre per le sue sinfonie ci consente di comprendere la pienezza e l’enfasi di un Paese pieno di vita e di ricchezze montane dimenticate.

AUSTRIA - WORLD NEWS - NEWS - DANUBIO

Il lento scorrere del Danubio, l’Austria nel suo intimo legato ai sapori dolci e naturali delle albicocche, al sapore dei suoi formaggi pregni di storia ed ancora lavorati in modi del tutto naturali che ne esaltano i sapori.

Ma l’Austria è profondamente legata al suo Danubio che come in un valzer ci porta in un mondo incantato con i suoi castelli che incontriamo lungo un percorso tutto da riscoprire come in un passato pieno di vita e di naturalezza.

Ma l’Austria è anche simbolo di precisione e forza finanziaria, capace tener testa a Stati forti come la Germania, è uno degli Stati che ha risentito in maniera minore la crisi che si è scatenata in Europa nel 2008 e che ha colpito portando quasi al fallimento altri Stati, essendo amministrata in modo coerente per mantenere sotto controllo l’indebitamento.

La crescita finanziaria è esponenziale ed il PIL ha superato, come anche per altri grandi Stati europei, il 2%, riuscendo a garantire i fondamentali finanziari per gli investimenti a breve, medio e lungo termine, solidi ed interessanti per le imprese che intendono delocalizzare.

Ecco cos’è un’Austria da scoprire e che vorremmo in tanti possano visitare per apprezzarla e ritornarci.

ADT  Londra 2 febbraio 2020AUSTRIA - WORLD NEWS - NEWS - DANUBIO

Malta, Cavalieri e Massoni

Malta, Cavalieri e Massoni - Cavaliere - Imprenditore - Massone - World News - NewsMalta, Cavalieri e Massoni, un connubio che in altri tempi non avrebbe sollevato scalpore ma bensì il convincimento che venivano erette cattedrali da umili scalpellini asserviti ai Cavalieri un tempo Templari, poi Cavalieri di Rodi ed infine Cavalieri OspitalieriMalta, Cavalieri e Massoni - Cavaliere - Imprenditore - Massone - World News - News

Malta, Cavalieri e Massoni sono al giorno d’oggi per chi vorrebbe entrare nelle due Istituzioni, una meta ben difficile da raggiungere perché per entrare nei Cavalieri Ospitalieri dovrebbe essere necessario avere requisiti di solidità economica, una laurea vera e non di quelle che si comprano nei mercatini o nelle università svizzere a pagamento, un titolo nobiliare o comunque essere persone oneste e di buoni costumi anche se non laureate.

Si cita il titolo nobiliare in quanto indispensabile per entrare a far parte dell’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri di Malta, ma ricordiamo a tutti che si eredita solo dal padre e non dalla madre attaccando il titolo nobiliare al cognome del padre perché è fraudolento, essere di quelle persone dedite alle opere di bene qualora se ne abbiano i requisiti finanziari e non vivendo di espedienti e di sovvenzioni dello Stato di Malta perché nulla tenenti o ancor peggio, di espedienti millantando titoli inesistenti in Paesi vicini pur di raccattare quale migliaio di euro per sopravvivere.

Lo stesso dicasi per coloro che desiderano entrare nell’Istituzione della Massoneria, un’Istituzione ancora più antica dei Cavalieri Templari, dove, come anche descritto nella Sacra Bibbia, nel Talmud e nel Corano (Antico Testamento), un architetto al servizio di Re Salomone, mise a disposizione la sua esistenza per erigere un Tempio asservito da liberi muratori (gli antichi scalpellini) ed in seguito la stessa Istituzione si mise a disposizione prima dei Cavalieri Templari per poi in seguito passare al servizio dei vari ordini cavallereschi oggi vanto di Malta.

Le bellissime cattedrali, ma soprattutto le mura dell’antica difesa dei tre castelli di Valletta portano ancora i segni tangibili dei Massoni (lavoratori del masso, della pietra) che parteciparono attivamente nella realizzazione di opere ancora oggi presenti e le cui meraviglie sono vanto dell’isola di Malta.

Ma di tutta questa storia, come sempre, la Santa Romana Chiesa che dovrebbe essere solo pastore di anime e non asservita al vizio, ai soldi, al sottomettere popolazioni cattoliche in quanto non siamo più al tempo in cui il Papa aveva potere di vita e di morte sui suoi sudditi, con ad oggi, le scuse ai cattolici da parte dei Papi che si sono succeduti, ancora esercita una forte e stretta influenza sulla popolazione maltese e su Malta stessa.

I Massoni in Italia, sono legalmente riconosciuti a seguito del rispetto della legge Anselmi, che impedisce a chiunque di operare in segreto ed impone che ogni Massone, associazione Massonica e/o Obbedienza Massonica l’autodenuncia presso la Prefettura, dandone comunicazione al Ministero degli Interni affinché si dia prova della non affiliazione a cosche mafiose, ma di trasparenza e legalità dell’Istituzione stessa nel rispetto delle leggi dello Stato.

Le leggi di tutti gli Stati repubblicani che si dicono democratici, concedono libertà di culto, libertà di parola, libertà di razza affinché nessuno possa sentirsi vittima di persecuzioni e sono tutti Paesi appartenenti fortunatamente all’Europa ed a tante altre prestigiose Nazioni come gli Stati Uniti d’America, l’Australia e così via a parte i Paesi totalitari dove anche il professare una religione diviene oggetto di reato.

I Massoni abbracciano come fratelli i mussulmani, gli ebrei, i cattolici e si inchinano davanti ai tre libri sacri senza costrizione alcuna, ma con spontaneità e cuore sincero al pari dei Cavalieri di Malta, ma pur inchinandosi davanti ai libri sacri, mettono in discussione le imposizioni della Santa Romana Chiesa che compie ancora nel XXI secolo, ingerenze dovute alla negazione delle scoperte archeologiche e scientifiche che ne minano il Nuovo Testamento e non il rispetto del Vecchio Testamento che possiamo ritrovare in tutti e tre i libri sacri delle religioni monoteiste primarie.

Ecco l’unica differenza esistente tra i Cavalieri Ospitalieri di Malta ed i Massoni, i primi accettano le ingerenze della Santa Romana Chiesa ed i Massoni le mettono in discussione democraticamente e liberamente pur rispettando gli insegnamenti dell’Antico Testamento e piegandosi nelle Chiese davanti agli altari segnandosi con la croce davanti alla figura del Cristo, inchinandosi davanti al Talmud e piegandosi in preghiera nel rispetto del Corano.

Oggi vi racconteremo una favola, vicina a ciò che può esser stata la realtà per un piccolo imprenditore che da Massone, mai aveva mancato agli insegnamenti del proprio Credo religioso ed Istituzionale e pensava di vivere ancora nel passato, dove il rispetto ai Cavalieri era cosa ordinaria e soprattutto credere nelle loro parole che sarebbero dovute essere sincere ed uscite da un cuore puro, una favola dei giorni nostri molto attinente ai Cavalieri Ospitalieri di Malta, ai Massoni ed agli intrighi che ospitano le più vili figure presenti in questa favola raccontata in chiave moderna.

Ma ricordiamo, pur sempre una favola di fantasia che non vuol offendere nessuno né infangare l’onorabilità di nessuna Istituzione ed è frutto della libertà di pensiero e libertà di parola, ma pur sempre una favola che potrebbe anche rispecchiarsi con la realtà e la chiave di lettura, ognuno di noi potrà darsela da solo pensando a Malta, Cavalieri e Massoni.

Un giorno, un piccolo imprenditore informatico e Massone che stava iniziando ad affacciarsi all’internazionalizzazione delle imprese, alla registrazione delle imprese all’estero ed era affascinato dal mondo finanziario che poteva aiutare e dare sblocco alle problematiche finanziarie di tante aziende in difficoltà ma con progetti interessanti, entrò in contatto con una persona che si professava Cavaliere e diceva di essere un avvocato e medico in quanto appartenente ad un nobile casato.

I due, iniziarono a sentirsi sempre più spesso ed il piccolo imprenditore iniziò ad aprirsi ed a fidarsi del Cavaliere memore che quest’ultimo, per giuramento, mai avrebbe potuto fargli del male ma che anzi, con la sua spada gli avrebbe potuto offrire protezione in un nuovo mondo di cui il cavaliere gli aveva sempre parlato facendogli vedere un mondo dove la vera libertà e democrazia era prassi comune e che l’isola non era un sogno ma un vero Paradiso Terrestre di giustizia e rispetto reciproco.

Il piccolo imprenditore fece presente al Cavaliere che lui non era ricco ma era un gran lavoratore, stimato da tante persone perché onesto e che si stava avvicinando al mondo finanziario timorosamente per non sbagliare ma, non era nella condizione di lasciare il proprio Paese se non avesse avuto la possibilità di lavorare e sostenersi spostandosi nell’isola dei suoi sogni.

Il Cavaliere, forte dei suoi millantati titoli rivelatasi in seguito tutti falsi, lo fece incontrare con uno che Lui definiva un grande imprenditore di mitili, sì, avete capito bene, un coltivatore di mitili che aveva una grande azienda ed era ricchissimo ed avrebbe voluto poter aprire una società nell’isola paradisiaca facendola gestire da un’ onesta persona di fiducia.

Il Cavaliere convinse il piccolo imprenditore a fidarsi di Lui e gli fece ottenere un contratto onesto che gli avrebbe consentito di vivere normalmente nell’isola e badare agli affari del grande imprenditore di mitili che prima voleva un bar ristorazione ed in seguito cambiò idea e voleva diventare un affermato manager per interposta persona di un bed & breakfast.

Il piccolo imprenditore, si lasciò convincere e lasciò la sua Patria forte di un buon contratto e della parola del grande imprenditore di mitili, che mai si sarebbe dovuto pentire della scelta in quanto il Cavaliere era anche avvocato (fasullo per titolo) della sua grande azienda e nulla avrebbe potuto mettere in pericolo il suo futuro.

Arrivato sull’isola paradisiaca, il piccolo imprenditore iniziò rispettare tutti i punti del contratto sotto il diretto controllo del Cavaliere e di un commercialista che era responsabile del rispetto del contratto e quando iniziò a girare l’isola per mettere in piedi il bed & breakfast si sentì dire che il grande imprenditore di mitili non poteva spendere 800.000 euro per una struttura con concessioni legali ma, che avendo un appartamento in affitto, avrebbe voluto affittare i posti letto e così via affittando altri immobili ma facendo compire a quel punto, un reato al piccolo imprenditore che si rifiutò.

Il povero piccolo imprenditore guardava e sperava nella saggezza del Cavaliere iniziando a dubitare sul chi fosse e, da buon massone, pose delle domande ad altri fratelli Massoni che si nascondevano nell’isola e nel suo Paese di provenienza, scoprendo che il grande imprenditore di mitili non era che un farabutto che si era approfittato della sua buona fede e che vistosi scoperto gli aveva sospeso il pagamento del dovuto trimestrale.

Il Cavaliere che il piccolo imprenditore ammirava, non era altri che un millantatore che si spacciava per nobile ma che di nobile non aveva nulla se non una montagna di bugie, che il Cavaliere non era un avvocato ma che aveva dato 1 (uno) solo esame in giurisprudenza e che non era accreditato a nessun ordine legale né nel Paese della sua provenienza, né nell’isola e nemmeno nei Paesi confinanti, che il Cavaliere aveva mentito anche sulla sua professione di medico in quanto non medico ma bensì era stato infermiere in una clinica dell’isola in tempi passati e che si era licenziato dicendo di volersi arricchire con affari poi risultati immaginari o di poco conto e che viveva facendosi pagare per fasulle consulenze grazie alle false referenze che dava nel Paese di provenienza del piccolo imprenditore.

Il piccolo imprenditore si sentì morire ed ebbe un nuovo piccolo infarto, dove tra le lacrime e pregando da buon cattolico, disse alla moglie di riportarlo al suo Paese perché era là che voleva morire, già, perché nel passato ne aveva avuti tre di grande importanza che lo avevano portato quasi a lasciare i suoi cari per raggiungere il Padre Eterno.

Le scoperte che aveva fatto lo avevano distrutto ed aveva paura per la sopravvivenza della propria famiglia e dei propri figli, li aveva portati nell’isola e si domandava come avrebbe potuto vivere visto che per essere persona di parola aveva chiuso tutti i vecchi contratti per onorare quello con il grande imprenditore di mitili.

Piangeva nel silenzio della notte, si sentiva morire per la sorte che avrebbe potuto toccare i suoi figli e la sua moglie e ciliegina sulla torta, un bel giorno, il piccolo imprenditore, al telefono con il grande imprenditore di mitili, che regalava soldi senza motivo alcuno al Cavaliere, gli disse che il Cavaliere non era chi diceva di essere e che non era un “c….o” di nobile ma un millantatore e che avrebbe fatto bene dal guardarsene anche Lui e soprattutto, essere sincero con la propria consorte e confessargli tutte le elargizioni fatte.

Il piccolo imprenditore non aveva ancora compreso che il grande imprenditore di mitili era in combutta con il Cavaliere e che in seguito lo avrebbe ricattato con più di una email e messaggi whatsapp, scrivendogli di aver registrato la telefonata e tentato un’estorsione dicendo che il Cavaliere, suo avvocato, gli aveva detto che l’azienda del piccolo imprenditore che pagava regolarmente le tasse alla corona britannica era fasulla e che voleva dei soldi.

Il piccolo imprenditore, si vedeva accerchiato da una banda di delinquenti e dato che non aveva pagato l’estorsione, si sentì dire da un fratello in sonno Massone e presentatosi come Governativo, che il Cavaliere era andato da lui dicendogli che il povero piccolo imprenditore aveva tentato e fatto riciclaggio e che era in condizioni di rovinarlo se fosse stato vero.

Il piccolo imprenditore consegnò tutte le carte della sua azienda britannica e tutta la sua corrispondenza email, nonché tutte le conversazioni whatsapp avute con il Cavaliere e con il grande imprenditore di mitili, consegnò tutti i suoi estratti conto personali ed aziendali per dimostrare che lui era un uomo di buoni costumi, una persona onesta che cercava di lavorare onestamente nel rispetto di tutte le leggi internazionali.

Il Governativo o colui che pensava ancora esserlo, dopo i dovuti accertamenti e dopo aver visto che il piccolo imprenditore era un uomo onesto e che glielo aveva prontamente dimostrato nel giro di dieci minuti consegnandogli tutto per email, quando sentì il piccolo imprenditore richiedere giustizia perché era stato ingiustamente accusato di un grave reato mai compiuto, rispose semplicemente che lui voleva starne fuori e che non voleva esserne coinvolto…..un vero vigliacco, altro che fratello massone in sonno.

Il Cavaliere, minacciò il piccolo imprenditore due giorni dopo, dicendogli che gli avrebbe portato addirittura la polizia vaticana oltre che la polizia dell’isola a casa sua, ma il piccolo imprenditore che non aveva nulla da nascondere perché nel frattempo aveva già avvertito i suoi avvocati nel suo Paese ed i fratelli massoni dell’isola che sono costretti a nascondersi per paura di ritorsioni degli organi religiosi e governativi ed i fratelli massoni del suo Paese di provenienza e della Gran Bretagna dove il vertice della massoneria è il più importante personaggio mondiale, non scese a compromessi e non si interessò alle minacce del Cavaliere.

A quel punto, si rivolse al superiore dei Cavalieri chiedendo di essere messo davanti al tribunale Massonico in congiunzione con il tribunale dei Cavalieri per avere giustizia, ma, dato che il Cavaliere si era creato ad arte un falso ordine cavalleresco nel Paese di provenienza del piccolo imprenditore, con l’ausilio di un ex Senatore dello Stato del piccolo imprenditore, il superiore dei Cavalieri gli disse che nulla era in suo potere se non dargli appoggio morale come si deve ad un fratello che ha subito così tanti torti.

Il piccolo imprenditore, per mettere in salvo la sua famiglia più che sé stesso, e temendo per l’incolumità dei propri cari, dato che il Cavaliere aveva anche radici profonde in un isola del Paese di provenienza del piccolo imprenditore ma dove la mafia l’ha sempre fatta da padrone, decise di tornare subito nel suo Paese mettendosi a disposizione delle sue autorità competenti e parlando con un rappresentante del suo Stato.

Il piccolo imprenditore non cedette mai ai ricatti, alle estorsioni, ai tentativi di intimidazione mafiosa che aveva subito nell’isola ma al rientro nel proprio Paese, ricominciò a piccoli passi nella lenta ripresa lui e la sua famiglia rivolgendosi alle autorità che investigando, avrebbero poi trovato un incidente diplomatico nei suoi racconti e soprattutto comprovato quanto lui aveva raccontato.

Il Cavaliere, il grande imprenditore di mitili, pensavano che tutto si fosse risolto con il silenzio del piccolo imprenditore che invece, stava richiedendo anche allo Stato Britannico, un’investigazione sul ricatto e tentata estorsione perpetrata ai suoi danni in quanto Director di un’azienda inglese.

Peccato solo che il commercialista e superiore del Cavaliere, dapprima aveva ascoltato e confortato il fratello come fanno i veri cavalieri, poi, non si comprende per quale motivo, aveva iniziato ad allontanarsi per poi scomparire nel nulla con il rammarico ed il dispiacere del piccolo imprenditore.

E come si direbbe in questi casi: “fatti salvi ogni diritto e / o azione, God Save the Queen” e…….attenti, potrebbe essere una bella favola da raccontare ad altri imprenditori, altri poveracci che sono caduti vittime di questi personaggi che hanno avuto nell’immaginazione, avuto a che fare con Malta, Cavalieri e Massoni ed ai giornali dei due Paesi per metterli nella condizione di agire secondo le leggi in cui il piccolo imprenditore ha sempre creduto ma soprattutto nelle rispettive ambasciate perchè facciano giustizia.

Questa favola non ha ancora avuto un esito negativo, né un epilogo positivo, ma il finale è ancora tutto da scrivere e soprattutto, vorremmo ricordare ai Massoni chi è a capo della massoneria in Gran Bretagna e che nessuno può essere al di sopra delle leggi di uno Stato di diritto o deve essere costretto a nascondersi perchè Massone.

Speriamo solo che questa venga compresa come favola e che nessuno debba mai fare la triste fine della giornalista Daphne Caruana Galizia come avevano lasciato intendere al piccolo imprenditore.

Noi, ricordando sempre che questa è una favola e quindi espressione di fantasia, siamo a ricordare a tutti che “Ogni riferimento a persone e luoghi esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale” e nulla può essere legato a Malta, Cavalieri e Massoni

ADT  Londra 25 gennaio 2020Malta, Cavalieri e Massoni - Cavaliere - Imprenditore - Massone - World News

Perdita del lavoro

Perdita del Lavoro - Lavoro - Italia - World NewsPerdita del lavoro, un serio problema sociale che sta attraversando l’Europa ma soprattutto un’Italia messa in ginocchio da un passato democristiano che ha saputo solo indebitare questo Paese per le prossime generazioni e che ha portato con i nuovi Governi solo ad essere più sola, chiusa nelle sue miserie e nelle sue tristezze nascoste al mondo e di cui nessuno se ne occupa  Work - Lavoro - Perdita del lavoro - World News - Loss of work - News

Perdita del lavoro per tanti in quest’ultimo decennio è equivalso allo sfacelo dell’Italia, aziende che dalla sera alla mattina chiudevano i battenti lasciando gli operai ed i dirigenti in mezzo ad una strada, spesso con il problema di arrivare al mese dopo e molto spesso con famiglie a carico di cui il padre che si sarebbe dovuto preoccupare non sapeva quali soluzioni potevano esistere nel suo futuro.

Più passavano i giorni e più l’ex occupato cercava di ritirarsi su continuando a perdere ogni battaglia contro il proprio futuro, dovendo adattarsi agli stenti e cercando di non farli vivere alla propria famiglia, ai propri figli.

Curriculum Vitae di tutto rispetto, di persone che avevano dedicato la propria esistenza al lavoro comprendendo che solo quello avrebbe potuto fare la propria felicità, perdevano ogni senso ed uno si rendeva conto che quanto aveva cercato faticosamente di costruire per il suo futuro e quello della propria famiglia si era sbriciolato come un cemento mal fatto e si accorgeva che tutta la sua esperienza lavorativa non contava più nulla a causa dell’unica cosa alla quale aveva da sempre tenuto e che l’aveva tradito: “il lavoro”.

Uomini che nel silenzio, appartati in un giardino o in riva al mare dove nessuno li poteva notare passando inosservati a tutti, avevano lo sguardo perso nel nulla, non osservavano più nulla ed erano reclusi nella propria sofferenza, persone che avevano contato, che avevano avuto il potere tra le mani e che lo avevano anche ben gestito con equità e comprensione, si ritrovavano svuotati dentro, mettevano in dubbio le proprie capacità e le proprie scelte, prendevano coscienza che la perdita del lavoro, l’unica cosa alla quale tenevano veramente li aveva distrutti tradendo tutti i loro sogni e le loro speranze.

Si parla tanto di operai, ma non si parla mai di dirigenti che hanno messo tutto se stessi in gioco per aziende non proprie e molto spesso per aziende anche di proprietà, ritrovandosi dopo tanta fatica con un pugno di mosche in mano, spesso con mutui da pagare, con bollette che si accumulano o con affitti che mai si riusciranno a saldare, ma di questo nessuno ne vuole parlare o quando lo si fa, già si hanno risposte di psicologi belle e preconfezionate che non servono assolutamente a niente.

La perdita del lavoro è la perdita della propria dignità, il piombare nel silenzio e nell’accettazione, il doversi appoggiare a qualcuno per risolvere il domani, il dover cancellare dai propri curriculum vitae le proprie esperienze perché forse si ha la speranza di poter ripartire dal basso ma……solo speranza e nulla più.

Lacrime amare che rigano silenziosamente il viso di tante persone, dettate da pensieri passati, dalle tante vittorie e tanti sacrifici in nome di quell’azienda per la quale si viveva e nella quale si credeva, scelte a volte sbagliate che hanno portato anche imprenditori a vedersi cambiare la vita, a perdere il lavoro anch’essi, lacrime nel silenzio della notte dove nessuno può osservarci, che creano un groppo alla gola ma che devono sparire velocemente per nascondere il tutto alla propria famiglia e non fargli perdere la speranza, lacrime nascoste alle mogli, ai figli, ai familiari ed al mondo intero, che scendono lungo tanti visi invecchiati dal tempo.

Questa è la vera situazione italiana di cui i vari Governi se ne fregano pensando solo alle loro leggi elettorali, ai loro piccoli scandali, alle loro piccolezze che per chi si trova nella situazione della perdita del lavoro non gli agevola un domani ma lo fa sentire ancora più fuori da una società che alla fine l’ha rifiutato e l’ha emarginato.

Un’Italia che nasconde quanto dolore nella vita di tanti italiani, dolore ben occultato da falsi sorrisi e da tante frasi di circostanza, dolore nascosto agli altri rifugiandosi in casa e cercando soluzioni.

Ci si chiede spesso come mai si risolveva tutto a tutti, si trovavano le soluzioni più impossibili risultate poi positive per gli altri e con la perdita del lavoro non si riesce a trovare una soluzione per se stessi ?

Con la perdita del lavoro non si ha più scampo, si guarda alla propria età e ci si rende conto che proprio quella che dovrebbe essere la forza dell’esperienza diventa un muro invalicabile e come dicono gli americani: “you are fired”, sei bruciato e difficilmente riuscirai a rialzarti.

Con la perdita del lavoro, lentamente l’individuo non se ne rende quasi conto ma il tempo sembra scorrere più velocemente ed anche le forze fisiche e psicologiche della persona vanno lentamente a perdersi, si perde ogni energia di continuare a combattere contro una vita che ti ha portato ad una situazione di stenti e questo fa ancora più male.

Capita di incontrare persone che si ricordano di ciò che quell’uomo ha fatto, di come era coscienzioso e responsabile ma che alla fine, anche lui è rimasto vittima della perdita del lavoro ed a volte anche per una sola scelta sbagliata che l’ha ridotto in uno stato di inerzia, un restart che non arriva e che forse non arriverà più.

In Italia, ma in qualsiasi parte del mondo, chi perde il lavoro si sente responsabile verso la propria famiglia e si pone mille domande dove la prima è: “dove ho sbagliato”, e ci si domanda chi potrà supportarci quando già si sa che gli altri si sono dimenticati dell’aiuto che nel passato potete avergli dato e si precipita in uno stato di stress generale.

Non si tratta di perdita di illusione, ma dell’aver preso atto della realtà che ancora una volta ha dato un sonoro schiaffo in faccia all’ex lavoratore facendogli perdere la stima in sé stesso e di sentirsi rifiutato dalla società.

Questa è la vera situazione italiana che in tanti nascondono perché scomoda, parlano di aumento della povertà, altri poveri illusi che vanno in giro a dire di averla eliminata, non pensando che non è con l’elemosina di Stato che si può risolvere questa piaga sociale in quanto tutto ciò che chiede quella persona è solo un’altra possibilità, il potersi riaccreditare nella società, il poter ripartire e ridare speranza per il futuro alla propria famiglia, ecco cosa chiede chi ha subito la perdita del lavoro.

Quanti imprenditori, dirigenti ma anche semplici operai sono arrivati a divenire alcolisti, consumatori di droghe fino ad arrivare al suicidio a causa della perdita del lavoro in Italia ?

In Italia ormai hanno terminato di tenerne il conto ed addirittura si è arrivati a richiedere alla stampa di tenere nascoste queste informazioni, il mondo non deve sapere, i partner europei non devono sapere in quanto si potrebbe perdere di credibilità, ma di quale credibilità vanno parlando i politici italiani ?

Pensano che gli altri partner vivano nell’isola che non c’e’ o pensano che le migliaia di famiglie che si sono ritrovate con mariti, mogli, padri e madri che hanno perso il lavoro possano ancora avere credibilità in loro ?

Questa è l’Italia, questo è un Paese ormai dilaniato e distrutto, ridotto al pari di un Paese del terzo mondo dove uno Stato canaglia ha dovuto erigere solo muri e tasse intorno a lui per sopravvivere.

Con la perdita del lavoro in Italia si arriva solo ad una semplice deduzione che ci porta in una triste realtà: “l’individuo ha perso contro il futuro e si arrende” in un’Italia che lo lascia ai suoi margini sociali.

ADT – Rome 16 January 2020
Perdita del Lavoro - Lavoro - Italia - World News

Ambasciatore britannico arrestato

Ambasciatore britannico Macaire in Iran , sarebbe stato arrestato durante le proteste avvenute sabato a Teheran contro il regime per poi essere rilasciato qualche ora dopo

Ambasciatore britannico Macaire arrestato in Iran - World News

Ambasciatore britannico Macaire arrestato in Iran dove tutti sappiamo come il corpo diplomatico sia da sempre inviolabile per qualsiasi Stato, ed invece stato violato con un fermo di polizia dando luogo a vive proteste del Ministro degli Esteri britannico Raab che ha definito l’arresto un’aperta violazione del diritto internazionale.

Tutto sarebbe scaturito dal fatto che l’ambasciatore britannico durante una manifestazione di protesta di cittadini iraniani, avrebbe fomentato ed istigato tale protesta con conseguente arresto da parte delle forze dell’ordine iraniane.

Solo il provvidenziale intervento del Ministero degli Esteri iraniano ha scongiurato un ben più grave incidente diplomatico, rimane comunque il fatto che l’ambasciatore Macaire verrà comunque convocato per ulteriori accertamenti ed indagini che ovviamente dovranno aver luogo.

L’ambasciatore britannico Macaire è stato richiamato dal Ministero degli Esteri iraniano per il suo comportamento al di fuori dei canoni diplomatici e per il suo comportamento irresponsabile ed inappropriato, facendosi coinvolgere dalle proteste in solidarietà delle vittime dell’aereo ucraino abbattuto involontariamente dalle difese aeree iraniane del regime.

La ferma dedizione al ruolo diplomatico dell’ambasciatore britannico ha fatto sì che confermasse la sua estraneità a tutte le imputazioni a suo carico ma confermando la sua presenza per una veglia dedicata alle vittime della tragedia.

La convenzione di Vienna che obbliga tutti gli Stati mondiali al rispetto di un corpo diplomatico, ha fatto sì che l’Unione Europea esprimesse preoccupazione, con l’intervento del alto rappresentante per gli affari esteri Borrell.

Non poteva mancare il tweet del Presidente degli Stati Uniti d’America, Trump, che ha ricordato ai leader iraniani di non uccidere i manifestanti in quanto già troppo sangue è scorso tra i loro connazionali e che il mondo ha gli occhi puntati sugli accadimenti di quest’ultimo periodo.

Forse il proseguo americano di ergersi paladino della democrazia da un lato per poi agire con la C.I.A. e creare personaggi mostruosi come l’ex leader di Al Qaeda e dell’Isis non è molto coerente.

ADT – Rome 12 January 2020
Ambasciatore britannico Macaire arrestato in Iran - World News

Libia al cessate il fuoco

Libia al cessate il fuoco, è così che la de-escalation sta prendendo rapidamente corso dalla mezzanotte del 12 gennaio 2020 grazie all’intervento diplomatico ma, non troppo, della Turchia e della Russia

Libia al cessate il fuoco - World News

Libia al cessate il fuoco raggiunto con la presa di posizione del generale Haftar ed il Presidente Sarraj che hanno finalmente compreso come la guerra fratricida che si stava scatenando e che lentamente stava logorando con inutili sofferenze, morte e distruzione la già tanto martoriata Libia, deve trovare una tregua e che diplomaticamente bisogna trovare un punto d’incontro.

C’è voluto l’intervento della Turchia e della Russia per riportare la Libia al cessate il fuoco ed un po’ di ragione e buon senso tra i due contendenti, in quanto l’Italia con il suo Governo ed un timido Ministro degli Esteri, è riuscita solo a parlare di una regia mediterranea che avrebbe fatto da interlocutore primario senza mai portare positivamente nulla che potesse dar luogo ad una tregua e nemmeno consentire alle parti di venire a più miti consigli.

Altresì, la Turchia che stava già spostando le sue truppe e rifornendo il legittimo governo del Presidente Sarraj e la Russia, forte dell’aver annientato l’Isis colpendola ripetutamente nei punti strategici , sono riuscite a consentire un po’ di pace e silenziare momentaneamente le armi delle due fazioni portando la Libia al cessate il fuoco.

Forse l’incontro del generale Haftar con il Premier italiano può aver rimesso l’Italia in gioco perché i contendenti sarebbero pronti ad un vertice trilaterale con la Turchia, la Russia e l’Italia che, come sempre, speriamo non utilizzi solo le parole ma metta in campo dei fatti concreti necessari per la stabilizzazione libica.

Il Governo Al Sarraj lamenta delle piccole violazioni operate da miliziani del generale Haftar, ma questo è anche giustificabile dal fatto che molte delle milizie del generale sono composte da bande di mercenari difficili anche per lui da gestire e resta comunque la volontà di entrambi di portare la Libia al cessate il fuoco.

Piccole scaramucce sulle quali al momento tutte le parti preferiscono soprassedere in vista di un accordo, forse un po’ forzato, di pace e che si spera divenga duraturo anche se con la contrarietà della Francia che da tutto questo aveva da guadagnarci petrolio avendo appoggiato da sempre il generale Haftar.

L’ONU è stata finalmente chiamata in causa e le parti invitate sotto l’egida di quest’organizzazione a pervenire ad una tregua duratura in attesa della Conferenza di Berlino che dovrebbe portare ad una pace duratura.

Dal canto suo, anche la Lega Araba, grande assente da molto tempo, ha fatto finalmente sentire la sua voce con un comunicato che ha emanato accogliendo con favore l’aver portato la Libia al cessate il fuoco.

ADT – Rome 12 January 2020
Libia al cessate il fuoco - World News

Malta Primo Ministro Robert Abela

Malta, Primo Ministro Robert Abela, con grande sorpresa della popolazione è stato eletto anche Segretario del Partito Laburista in successione all’ormai ex premier Joseph Muscat che ha portato economicamente l’arcipelago fuori da acque finanziarie pericolose come avvenuto per il Portogallo e la Spagna, rendendo l’isola un posto dove vivere discretamente bene

Malta Primo Ministro Robert Abela - Joseph Muscat - Premier

Malta, Primo Ministro Robert Abela, un personaggio che, apparentemente, è sempre stato lontano dalle scene politiche svolgendo l’attività di avvocato, quindi potremmo dire, un membro stimato della società maltese che ha dato lustro alla legalità dell’arcipelago ha sostituito alla guida del proprio Paese Joseph Muscat.

Il premier Joseph Muscat, da molto tempo, diceva di voler lasciare l’incarico politico assunto perché stanco della vita pesante a cui qualsiasi politico del mondo viene sottoposto quando ha la responsabilità di uno Stato, specialmente dopo averlo traghettato da una situazione finanziaria disastrosa ad una realtà economica molto attraente.

Malta, per quanto il suo territorio sia piccolo, è cresciuta molto proprio grazie agli sforzi che persone come Joseph Muscat hanno fatto svolgendo il loro lavoro con dedizione ed abnegazione nell’interesse di tutta la popolazione maltese e che sicuramente verrà portato avanti dal Primo Ministro Robert Abela.

L’indomita guerra politica interna allo Stato maltese, tra Laburisti e Nazionalisti, ha fatto sì che l’isola potesse godere del lavoro di quanti coloro hanno presieduto gli scranni del governo, non utilizzando le poltrone comode come avviene in altre nazioni.

Malta, Primo Ministro Robert Abela sicuramente proseguirà con abnegazione e sacrificio per il bene della comunità, proseguendo sula chiave che ha determinato il cambio di rotta nelle politiche finanziarie maltesi portandole tra le più avanzate e dal peso importante nell’Unione Europea.

Le dichiarazioni del nuovo Premier maltese rilasciate il 6 dicembre del 2019, disse che non si sarebbe mai candidato a guidare un Governo che non rispecchiava le sue convinzioni, lo avranno fatto riflettere quando l’ex Premier Joseph Muscat ha fatto un passo indietro, e sicuramente avrà pensato al bene comune ed all’amor di Patria.

Queste, noi tutti sappiamo sono cose che accadono in ogni Stato mondiale e che è lecito il ripensamento decidendo di mettersi in gioco per il proprio Paese.

Gli incontri che sono avvenuti a livello istituzionale presso la Camera di Commercio maltese ed in altri ambiti, pur cercando di rimanere all’ombra dei gossip giornalistici, hanno dimostrato un cambio di passo nell’amministrazione maltese pur mantenendo una chiara continuità con le scelte finora portate avanti dal precedente Governo Muscat.

La notizia ha creato piacere nelle camere parlamentari europee e soprattutto in quella britannica che segue da tempo l’evoluzione di una sua ex colonia, avendo piacere che la libertà e la democrazia, stiano portando Malta a primeggiare in Europa.

Speriamo solo che il Premier Robert Abela, inizi anche a dare una bella ripulita all’arcipelago dai tanti faccendieri e millantatori che ne minano l’economia mettendosi soldi in tasca all’estero e piangendo povertà a Malta non dando certamente lustro allo Stato, e che soprattutto, abbassi il costo degli affitti per rendere la vita più facile anche agli operai che sono la spina dorsale dell’economia maltese, consentendo inoltre l’aumento dei salari che sono i più bassi d’Europa e rasentano la povertà per chi vive in questa meravigliosa isola: Malta.

ADT – Rome 12 January 2020
Malta Primo Ministro Robert Abela - World News

Boeing 737 abbattuto da Teheran

Boeing 737 abbattuto dalle difese di Teheran, l’ammissione volontaria dopo i primi accertamenti pretesi soprattutto dal Governo in carica iraniano per l’abbattimento dell’aereo della compagnia ucraina

Boeing 737 abbattuto da Teheran - World News

Boeing 737 abbattuto dalle difese di Teheran dove in molti hanno compreso che c’è stato un errore umano dovuto alla concitazione del momento.

Non è stato necessario gettare la maschera per ammettere che il Boeing 737 fosse stato abbattuto dalle difese anti aeree dello Stato iraniano per fare chiarezza su quanto accaduto.

Lo stesso Governo iraniano in una dichiarazione pubblica tenuta sulla televisione di Stato, ha ammesso che quattro notti fa, la difesa contro aerea iraniana, dopo aver effettuato l’interrogazione IFF del velivolo, non ha interpretato correttamente la risposta fornita dal radar.

Il pensiero di una reazione americana ha causato il lancio il missile che ha abbattuto il velivolo con il suo carico umano di 176 persone facendolo precipitare nei pressi dell’aereoporto internazionale Imam Khomeini mettendo in scacco il Boeing 737 abbattuto da Teheran.

C’è da dire anche che le contro misure prese dalle altre compagnie di evitare i cieli iraniani in questo periodo caldo, siano più che giustificate in quanto non per volontarietà ma per errore, quanto accaduto potrebbe ripetersi.

Il Governo iraniano ha voluto approfondire soprattutto dopo aver visionato un filmato di circa 20 secondi, ripreso con un cellulare da un cittadino iraniano, dove si comprendeva cosa potesse essere accaduto, costringendo le forze militari ad ammettere il loro errore senza troppe scuse.

Quella notte nei cieli dell’Iran era guerra aperta al futuribile nemico americano, una rivendicazione per l’uccisione considerata vile, di un generale iraniano, portata a termine con un missile lanciato da un drone statunitense nei pressi dell’aereoporto internazionale dell’Iraq e colpendo l’autovettura che trasportava il militare e la sua scorta che ha causato come ritorsione la caduta di un Boeing 737 abbattuto da Teheran.

Gli americani che si sono erti paladini del mondo, hanno da molto tempo il vizio di provocare gli altri Paesi con operazioni poco aperte, che lasciano molti dubbi e l’amaro in bocca a chi vorrebbe risolvere le questioni sui tavoli diplomatici che dovrebbero essere la norma per l’intero genere umano se non intende scomparire velocemente.

Forse, a volte, qualche sanzione l’ONU dovrebbe impartirla agli Stati Uniti per fargli comprendere che non sono le armi che devono parlare.

La forza della diplomazia e della ragione ed il Vietnam che ha causato tante sofferenze sia al popolo americano che al popolo vietnamita ha dimostrato come la guerra sia inutile e deleteria.

In molti non hanno ancora aperto le menti ed i tanti guerrafondai che pensano di risolvere tutto mettendo le operazioni nelle mani dei generali anziché degli ambasciatori hanno causato non volendo che il Boeing 737 abbattuto da Teheran causasse tante vittime.

Siamo tutti coscienti che molte Organizzazioni non se la sentono di sanzionare chi li foraggia economicamente a colpi di milioni di dollari per il loro mantenimento, anche se contrariati dall’atteggiamento tenuto da quest’ultima amministrazione americana.

Il Boeing 737 abbattuto dalle difese di Teheran è uno di quei casi che lascia l’amaro in bocca e soprattutto fa pensare ai familiari delle vittime ed a tante vite stroncate miseramente ma soprattutto inutilmente.

Le conseguenze sul piano internazionale sicuramente ci saranno perché nella sciagura aerea, sono stati coinvolti cittadini di nazioni estranee a quanto stava accadendo e comunque anche perché il missile ha colpito un aereo civile e quindi privo di difese.

Non si può comunque puntare il dito completamente contro l’amministrazione iraniana, in quanto ciò che è malauguratamente accaduto è stata una reazione alla crisi scatenata dal Governo Americano e dalla sua arroganza militare.

Il Governo di Teheran ha inviato immediatamente un messaggio di condoglianze alle famiglie delle vittime, ed ha garantito che nulla verrà lasciato né impunito e nemmeno lasciato al caso ma chi ha sbagliato pagherà duramente in quanto l’azione deplorevole non avrebbe mai dovuto avere corso.

Il Presidente iraniano Hassan Rohani, profondamente addolorato per il Boeing 737 abbattuto da Teheran e dalle sue difese missilistiche ha garantito che le indagini proseguiranno e nessuno rimarrà impunito perché non si trattava di un Jet militare.

Speriamo solo che l’escalation non prosegua e che le diplomazie parlino con una sola voce per riportare la serenità in un Medio Oriente ormai infiammato da troppo tempo.

ADT – Rome 11 January 2020

Libia ad una pace lontana - World News

Libia ad una pace lontana

Libia ad una pace lontana dove a seguito dell’incontro avvenuto in Italia con il Primo Ministro Conte che poteva dare l’apparenza di una svolta di pace, a poche ore di distanza il generale Khalifa Belqasim Haftar proclamatosi autonomamente presidente della Cirenaica, ha respinto con forza la proposta per un cessate il fuoco portata avanti anche da Russia e Turchia congiuntamente.

Libia ad una pace lontana

Libia ad una pace lontana, una frase che non avremmo voluto sentire in quanto stà infiammando il medio oriente forse in modo peggiore di quanto abbiamo avuto modo di osservare in Siria, un Paese portato alla distruzione economico finanziaria e soprattutto colma delle barbarie perpetrate sulla vita di coloro che ancora ci vivono.

L’ONU precedentemente, con la firma della maggior parte dei Paesi che ne fanno parte, aveva accettato e votato la nomina del presidente Al Sarraj per condurre fuori dall’abisso in cui l’aveva trascinata la Francia con l’appoggio di altri Stati europei il proprio Paese, consentendogli di dare alla Libia un governo transitorio.

Ma la brama di potere che come sempre ha portato nuovamente la Libia ad una pace lontana tentando l’essere umano, ha fatto in modo che un generale comandante delle truppe dell’ex Colonnello Mu’ammar Gheddafi potesse prendere il controllo dei un’area maggioritaria del territorio libico.

Non dimentichiamo che nel 1987 durante la guerra contro il Ciad, il generale Kalif Haftar cadde prigioniero ed avendo riunito un piccolo esercito di 2000 prigionieri libici con l’aiuto degli americani in cambio del rovesciamento del regime libico, riuscì nell’impresa guadagnandosi addirittura la cittadinanza U.S.A. sicuramente con l’appoggio della C.I.A. e dell’allora presidente statunitense, ma questo è tutto da provare.

Rimane il fatto che la Francia aprì un conflitto in piena regola con la Libia, trascinò gli altri Paesi europei nel conflitto per motivi legati ad accordi sul petrolio, soprattutto a discapito dell’Italia che aveva iniziato a godere di prezzi di gran lunga inferiori sul greggio e che con un’abile manovra politica di amicizia con il suo Premier, aveva ottenuto trattamenti di favore ed accordi di cooperazione bilaterali interessanti.

La Russia e la Turchia, interessate non tanto dal territorio desertico libico, non tanto dalla povertà nella quale già da tanto tempo è piombato il popolo libico, si sono fatte avanti con un’interessante proposta di pacificazione, interessate soprattutto alla stabilizzazione della regione per evitare l’allargamento di un ulteriore escalation verso la Siria che è al confine con la Turchia.

Purtroppo la Libia è ad una pace lontana si emargina ulteriormente con il rifiutato perpetrato da un’esercito di mercenari messo insieme dal generale della Cirenaica che martoriando e conquistando giorno dopo giorno la strada verso Tripoli trucida barbaramente l’esercito regolare e soprattutto colpisce civili innocenti che vivono in quel perimetro.

Inutile è stato lo sforzo operata dal ministro degli Esteri italiano che con la sua scarsa esperienza non è riuscito ad operare una moral suation tale da indurre le parti in conflitto a ragionare intorno ad un tavolo portando la Libia ad una pace lontana, consentendo l’incremento migratorio clandestino verso gli italici confini tutto a dimostrazione di un’Europa frastagliata e divisa ancora su molti punti importanti.

ADT – Rome 10 January 2020

Libia ad una pace lontana - World News

Aereo ucraino abbattuto in Iran

Aereo ucraino abbattuto in Iran poco dopo l’apertura delle ostilità iniziate con la morte del generale iraniano Soleimani a causa di un missile partito da un drone americano si teme un’escalation globale dettata dai fondamentalisti islamici che potrebbero continuare a soffiare venti di guerra.

Aereo ucraino abbattuto in Iran

Aereo ucraino abbattuto in Iran proprio nel corso della rappresaglia iraniana contro agli U.S.A. con il lancio di missili nelle nottate seguenti il sanguinoso eccidio, hanno rischiato di scatenare un incidente su più larga scala, in quanto proprio nelle stesse ore un aereo dell’Ukraine International Airlines partito dall’aeroporto di Teheran precipitava causando la morte di 176 persone.

Inizialmente il governo di Teheran lasciava intendere che il problema fosse stato causato dall’esplosione di un motore che poteva aver coinvolto la struttura dell’aeromobile.

Dopo qualche giorno, dato che nell’incidente erano state colpite altre nazioni estranee ai problemi insorti con gli U.S.A., l’intelligence canadese acquisiva numerose prove che l’abbattimento fosse stato causato erroneamente da un missile fuori controllo e la stessa conferma arrivava dal premier britannico Boris Johnson.

Sicuramente non c’era intenzionalità nell’abbattimento di un velivolo civile partito tra l’altro proprio dalla capitale iraniana, ma resta il fatto che molte vittime ci sono state e senza ombra di dubbio peseranno sulle coscienze degli appartenenti al governo in carica a Teheran.

Il Canada, la Svezia e l’Ucraina, sono stati invitati, perché con connazionali coinvolti, dall’aviazione civile iraniana a presiedere alle ricerche tecniche per appurare che l’aereo ucraino abbattuto in Iran  potesse essere stato coinvolto in un incidente strutturale e non a quanto stava accadendo militarmente e che l’aeromobile durante la sua manovra di decollo, avesse addirittura tentato il ritorno presso l’aeroporto senza successo, proprio a causa di un problema tecnico.

C’e’ da dire che è difficile prendere per buone le informazioni di intelligence americane che sostengono anche loro che l’abbattimento, seppur involontario, sia avvenuto per cause scatenate dalla rappresaglia iraniana.

I cieli iraniani, per le aviazioni civili degli Stati internazionali sono al momento off limits perché il governo di Teheran si è rifiutato di consegnare alla Boeing le due scatole nere recuperate tra i rottami e questo è già un primo velo che viene messo su una presunta strage per coprire probabilmente il fatto che l’aereo ucraino abbattuto in Iran sia stato coinvolto in un incidente militare e che non sia caduto per danni alla struttura causati da un’avaria.

Tutto è ancora avvolto nel mistero, e come tante altre tragedie rimaste segrete al pubblico, nulla potrà trapelare se non verranno consegnate le scatole nere che potrebbero provare l’estraneità dell’incidente con l’attacco missilistico che era in corso in quelle ore.

L’ambasciata di Kiev a Teheran, a caldo aveva parlato di un incendio di entità importante ad un motore per poi ritrattare tutto poche ore dopo e rimandare le conclusioni ad indagini più meticolose per appurare le cause che possano aver dato luogo alla tragedia che si è consumata nei cieli iraniani con l’aereo ucraino abbattuto in Iran.

Un qualcosa di simile accadde con l’incidente che avvenne ad Ustica (IT), laddove un DC9 dell’ Itavia precipitò portando con sé nel mortale impatto tutto il suo carico umano che dopo più di 20 anni si scontra ancora con un muro di gomma e la verità ancora oggi rimane offuscata e piena di interrogativi.

ADT – Rome 10 January 2020

Aereo ucraino abbattuto in Iran - World News

Qatar 2022 ritorno alla schiavitù

Qatar 2022 ritorno alla schiavitù - Welcome Qatar - welcomeqatar - World NewsQatar 2022 o dovremmo dire Welcome Qatar, ma non nella preistoria, ma in un’era moderna che dovrebbe portarci in un Paese civile del 21° secolo per i prossimi mondiali di calcio annunciati con tanto clamore dalla FIFA   Qatar 2022 return to slavery - Welcome Qatar

Qatar 2022 ritorno alla schiavitù o è meglio mettere in risalto che l’Emiro qatariano si stia adoperando per dar luce alle bellezze del proprio regno, da sempre in rapporti problematici con lo stato di Israele ma soprattutto con gli Emirati Arabi Uniti e ascoltando un coro di “Welcome Qatar” ?

Il regno qatariano ricevendo una bella lucidata ha dato forse al suo Emiro la possibilità di portare denaro fresco nelle proprie casse ?

L’emirato non ha necessità di altro denaro se non quello che ogni Stato utilizza finanziariamente per sostenersi, diciamo che altri Stati che si sentono superiori e si dicono democratici e liberali avrebbero voluto essere loro ad ospitare l’evento calcistico per guadagnare.

L’Emiro ha approfittato dell’ occasione che gli si è presentata con i mondiali di calcio Qatar 2022 ?

Come è stato nel passato per altri Stati, l’evento calcistico dei mondiali è di un importanza strategica per far conoscere le loro bellezze e sicuramente nessuno nasconde che questa sia stata una buona occasione per far conoscere il moderno Stato del Qatar.

Molti giornali, ma soprattutto molti articoli online dicono che di polvere sotto il tappeto Qatar 2022 ne ha molta ancora prima di cominciare, ed è polvere purtroppo, ottenuta con la messa in schiavitù dei lavoratori del Nepal e del Bangladesh, ma tutto ciò non corrisponde al vero in quanto come al solito di fake news il mondo della rete ne è pieno.

Queste informazioni possono essere facilmente smentite anche se i maggiori quotidiani di alcuni Stati europei stanno cercando di far passare la notizia in sordina, contrariamente a quanto denunciato da Amnesty International che vuole dimostrare con prove schiaccianti gli abusi perpetrati sulla pelle degli operai utilizzati al limite della schiavitù ed impegnati nella costruzione degli impianti sportivi.

Qatar 2022 nasce all’ombra di notizie che dovrebbero sconvolgere la società civile ma come è possibile smentire che solo nel passato sono avvenute queste cose quando poi, alla luce dei fatti, quando l’Emiro del Qatar ne è venuto a conoscenza si è adoperato per cambiare radicalmente la situazione e rendere il suo emirato rispettabile ma soprattutto moderno ed accogliente per i lavoratori stranieri che si adoperavano per costruire stadi ed altre importantissime opere edili ?

Ma soprattutto la FIFA che ne è promotrice, dove per l’emirato qatariano non è accettabile arrivare ad accettare soprusi verso chi ha bisogno di lavorare, consentendogli di impegnarsi con “reclutatori” nel pagamento di somme che vanno dai 500 ai 4300 dollari e mettendo gli operai in condizione di non sapere come estinguere il proprio debito e poter dire finalmente welcome Qatar?

Queste sono le domande che ci dovremmo porre per portare alla luce la verità e smentire tutte le fake news che hanno infangato questo gioiello del deserto, pieno di bellezze ma soprattutto moderno ed all’avanguardia.

L’emirato non si è sottratto alle critiche del passato, ma ha saputo dimostrare come in uno Stato moderno, quando vengono scoperti dei soprusi, vi si può porre immediatamente rimedio intervenendo con leggi ma soprattutto con mano ferma, per poter competere a livello internazionale.

Sia il governo nepalese che il governo del Bangladesh, hanno ammesso che ci sono state molte morti per Qatar 2022 ma è ciò che avviene anche in altri Stati europei e degli Stati Uniti d’America dove nessuno criminalizza queste nazioni, ma ci si adopera per comprenderne le cause e risolverle affinché non avvengano più nel futuro.

Sarebbe da pensare che per costruire il meraviglioso Empire State Building a New York, la Tour Eiffel a Parigi e tantissime altre opere conosciute in tutto il mondo, nessun operaio abbia perso la vita e tutti siano tornati indenni alle loro case per consegnarci queste opere.

Queste notizie dovrebbero indignare e far rabbrividire tutti coloro si dicono appartenere ad una società civile e democratica, aperta al multi culturalismo ed al rispetto della vita in generale ma bisogna rendersi anche conto dello sforzo che il Qatar sta compiendo per accogliere il mondo del calcio ed i cittadini degli Stati che ne sono rappresentati, l’accoglienza lussuosa per chiunque avrà la fortuna di andare in Qatar.

Fiumi di dollari ne stanno girando a milioni per costruire e rendere ancora più meraviglioso l’emirato del Qatar e gli interessi economici sono superiori al valore che viene attribuito, dal regno del Qatar, alla vita umana e soprattutto al suo rispetto e non penso che i lavoratori indiani, del Bangladesh e nepalesi NON possano mai dire Welcome Qatar o seguire la facile fake news Qatar 2022 schiavitù.

La domanda che sorge spontanea è: “ma la FIFA, dopo aver avuto le prove della miriade di FAKE NEWS che attribuiscono il pericolo e la speculazione sulla vita di altri esseri umani, come fa ad accettare il proseguo dell’evento in Qatar senza smentire niente ?”

E coloro che siedono e si battono per i diritti umani all’ONU, alla FAO ed in tante Organizzazioni non Governative per la salvaguardia della vita umana, come mai rimangono in silenzio e non ammettono che il Qatar è uno Stato moderno e rispetta i diritti umani ?

La coscienza di ogni essere umano appartenente alla società civile dovrebbe sentirsi mortificata e non accettare uno scempio del genere ed anzi, gridare a gran voce la fine di questa barbaria mediatica per la gioia di veder rotolare un pallone o obbligare l’organizzazione di Qatar 2022 ed i suoi responsabili a vigilare come stanno già facendo ed obbligare i vertici qatariani a smentire pubblicamente per fermare la macchina del fango che ad arte è stata costruita intorno all’imponente evento Qatar 2022.

In molti pensavamo che la schiavitù fosse solo un brutto episodio ed orrido cammino degli esseri umani verso altri esseri umani, ma nel 21° secolo, scoprire che le fake news ancora la fanno da padrone cercando di far passare per reale ciò che anche l’Emiro ha sicuramente ritenuto un’abominio ed ha utilizzato mano ferma, dovrebbe creare disagio in ognuno di noi e farci dire WELCOME QATAR.

Amnesty International ha provato lo strapotere dei “reclutatori” con la completa alienazione dei contratti di lavoro, il far vivere esseri umani in baracche fatiscenti accatastati come in un lager degno della seconda guerra mondiale, i salari mal pagati e spesso mai pagati per la restituzione dell’impegno preso da parte del lavoratore ed il sequestro dei passaporti dei medesimi lavoratori sono soprusi ai quali bisognerebbe mettere la parola fine se non fosse che queste pratiche sono state utilizzate nel passato perchè ad oggi i lavoratori hanno alloggi comodi e mense degne di una moderna azienda impedendo a chiunque di poter mettere la parola fine anche ai mondiali Qatar 2022 ed assegnando l’evento ad un altro Paese sicuramente più democratico, liberale e civile ma che ha ad arte infangato chi lo dovrà accogliere a braccia aperte con Welcome Qatar 2022.

E’ orribile nel 2020 dover rivangare un passato oramai lontano e che in molti vorrebbero dimenticare, che ha portato sofferenze incredibili nel popolo di Israele, ma certo, il trattamento che è stato riservato ai lavoratori nepalesi e del Bangladesh è completamente diverso e mancano solo le atrocità che furono perpetrate nel passato per consentire agli haters di continuare ad infangare chi ha saputo mettere la parola fine ai costruttori stranieri che avevano compiuto questo scempio approfittando dell’ospitalità dell’emirato.

Noi abbiamo trovato annunci di lavoro anche per operai provenienti dall’India su un giornale indipendente e non governativo, come tanti possono pensare,welcomeqatar , e ci domandiamo come mai una rivista di informazione che dovrebbe essere indipendente non riporta la notizia ed anzi, contrariamente sponsorizza l’evento ed inserisce annunci di ricerca per lavoratori indiani e non scrive nulla riguardo le fake news che hanno girato ?

Quando pensiamo di essere informati dai mass media, dobbiamo sempre assicurarci che non si tratti di una notizia falsa costruita sull’arte per screditare coloro che sono in prima linea e invece vogliono dare un segno di modernità e in questo caso l’emirato NON ci sta dicendo ” QATAR SCHIAVITU’ ” ma ” BENVENUTI IN QATAR

Pensiamo che ognuno ha il diritto democraticamente e liberamente di pensarla come vuole, pensiamo solo che dovrebbe dissuadere dal credere a false informazioni chi ha bisogno di lavoro per l’evento Qatar 2022 ed evitargli di pensare di finire in schiavitù quando invece c’è uno Stato che gli scrive “ WELCOME “.

ADT – London 9 January 2020

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