Spread a 400 per l’Italia, ecco qual’è il rischio per un Paese messo sotto stress dai mercati finanziari a causa del vociferare continuo su una manovra economica pericolosa che il Governo vorrebbe mettere in atto giocando contro il pareggio di bilancio garantito nel passato dai precedenti governi

Spread - spread a 400

Giorno dopo giorno, contro tutti i consigli elargiti dall’Europa che, non ha alcun interesse nell’eventuale caduta dell’Italia con un debito pubblico spaventoso di circa 2300 miliardi di euro, consigli dettati dall’evitare il trascinamento nel baratro di altri Stati membri, si sta consumando una deriva finanziaria allarmante che sta bruciando decine di miliardi.

L’impasse del Governo italiano sul “reddito di cittadinanza”, dove non può essere considerato un vero investimento ma bensì un modo lodevole per cercare di dare una speranza a milioni di cittadini italiani caduti in povertà a causa della chiusura di tantissime aziende, ha portato il Ministro delle Finanze Tria a dover scegliere se scontrarsi con i mercati e l’Unione Europea o guardare alla povertà di una parte del suo popolo cercando di dargli una possibilità di sostentamento.

Ciò che sta scatenando i mercati finanziari con relativo innalzamento dello spread, è il rischio di instabilità dell’Italia qualora venisse effettuata una manovra con un deficit al 2,4% se non superiore, che determinerebbe un’immediato innalzamento per l’Italia dello spread a 400, caratterizzando la crisi finanziaria grave, la chiusura di molte banche che non riuscirebbero a ricapitalizzare il proprio patrimonio, la chiusura di tantissime aziende con relativo impoverimento di tantissimi italiani e la venuta immediata della Troika per cercare di salvare il salvabile.

La speranza dei più importanti manager e delle banche stesse, è che il Governo decida di essere più costruttivo ed attento, decidendo di modificare il D.E.F. (Documento di Economia e Finanza) arrivando ad un compromesso accettabile che vada dallo 1,8%  fino ad un massimo del 2%, cercando di effettuare manovre veramente di investimento e non di promesse elettorali che potrebbero essere solo rimandate di qualche anno, riuscendo a portare il pareggio di bilancio a zero per poi pensare sia al “reddito di cittadinanza”, sia alla “pensione di cittadinanza” che ad una sorta di “flat tax”, non mettendo a rischio default il Bel Paese ed evitando un spread fuori controllo.

Il rischio di uno spread a 400 sarebbe la soglia critica oltre il quale le banche, che sono state fino ad ora i maggiori acquirenti dei titoli di Stato italiani, si troverebbero con indici patrimoniali sotto i livelli che la B.C.E. ha imposto già da tempo e dovrebbero obbligatoriamente ricapitalizzare il proprio capitale.

Già l’altalenare delle borse ed il sali scendi dello spread sta mettendo a rischio molti Istituti bancari che hanno iniziato ad intaccare il proprio patrimonio, non dimenticando che verso la fine di ottobre si avranno i responsi sull’eventuale declassamento dell’Italia che, tutti gli operatori finanziari, si augurano non avvenga in quanto condurrebbe a vendite massicce di Btp Italiani soprattutto da parte di fondi americani ed al non più possibile intervento della B.C.E. che per regolamento non potrebbe più acquistare i titoli in quanto declassati a titoli spazzatura.

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