BTP e Conti Correnti

BTP e conti correnti sono da sempre legati a filo doppio in quanto con il rischio per il rating italiano di venire declassato a titoli “spazzatura” incombe prepotentemente la corsa degli investitori a vendere, peggiorando la già debole ripresa di un mercato asfittico portato addirittura a temere rendimenti sopra il 3% per la scadenza a 10 anni dando un segnale negativo ai mercati internazionali.

BTP e CONTI CORRENTI - Titoli di Stato

La crisi tanto temuta per il debito sovrano che travolgerà l’euro nel 2019 e che dovrebbe, e qui il condizionale è d’obbligo, portare la B.C.E. ad intervenire in autunno per impedire lo sfaldamento e l’uscita dalla moneta unica dell’Italia verrà determinato dall’agenzia di rating Moody’s che rivedrà il giudizio sui Titoli di Stato (BTP) a seguito dell’analisi sulla legge di Stabilità del 2019 da parte del Governo Italiano e cioè non più tardi di ottobre.

Se l’agenzia di rating Moody’s si esprimerà negativamente riguardo le opere economico-finanziarie messe in atto dal Governo Italiano, l’Italia incorrerà in una grave procedura di infrazione da parte della B.C.E. che, con le normative attuali non potrà più utilizzare il “Quantitative Easing” e cioè l’acquisto sui mercati dei BTP italiani, conducendo velocemente l’economia dell’Italia ad una paralisi totale e ad un probabile default contrariamente alla Gran Bretagna che a seguito del BrExit, continuerà a godere della fiducia dei mercati internazionali.

Ad oggi il rating espresso dall’agenzia di rating Moody’s è per l’Italia “BAA2” e cioè due punti al di sopra dei BTP “spazzatura” che, sta già innervosendo i mercati temendo un’eventuale declassamento con relativa fuga dei fondi di investimento e mettendo a rischio anche i conti correnti e quindi i risparmi degli italiani in quanto molti grandi istituti bancari hanno in pancia innumerevoli Titoli di Stato e rischieranno il fallimento.

Il rischio del declassamento figura uno scenario futuro dalle linee fosche che determinerebbe l’ascesa dei fondi speculativi, un’esplosione dei rendimenti e la perdita di accesso ai mercati finanziari primari da parte delle strutture governative finanziarie italiane e sarebbe solo il principio di un commissariamento da parte delle istituzioni europee allo stesso modo di come lo è stato in passato per la Grecia.

Per non incorrere in uno scenario a dir poco, apocalittico, già si sono intravisti i primi segnali da parte dell’odierno Governo Italiano, con un evidente schieramento Pro-Europa ma soprattutto con una più forte e rinnovata intesa con la Casa Bianca americana, dando l’impressione di riuscire a mettere in crisi l’asse franco-tedesco.

A seguito dello scenario peggiore per l’Italia, l’unica alternativa alla sospensione dei BTP rimarrebbe la Federal Reserve che potrebbe intervenire grazie alle sollecitazioni del Presidente americano per garantire le emissioni italiane facendo crollare lo spread con piccoli acquisti simili al quantitative easing della B.C.E. ma, creando un disinvolto primato storico che potrebbe determinare nel tempo l’uscita dell’Italia dall’Euro zona e la fine della moneta unica.

Nel frattempo i conti correnti dei risparmiatori italiani ne subirebbero comunque le conseguenze negative di una crisi annunciata con scenari catastrofici dovuti anche al fallimento di molte banche italiane.

Il quantitative easing fu utilizzato, come strumento di salvataggio finanziario, per dare più ampio respiro all’Italia ed impedirne il collasso finanziario già a partire dal 2012, anno in cui la Germania consigliava di fare imponenti ed urgenti riforme con grandi sacrifici per gli italiani, ma, dove già dal 2013 si intravedeva un’impassibilità nella strana conduzione finanziaria dello Stato europeo.

Si spiega ora, la grande corsa alle registrazioni di società estere in Gran Bretagna e negli Stati Uniti d’America (U.S.A). , realizzazione di fondi esteri ed apertura di conti correnti esteri non nominativi ma societari atti alla protezione dei propri capitali anche se esigui.

Back Finanza

Perdita affidabilità bancaria

Perdita affidabilità bancaria – La perdita di affidabilità bancaria è solitamente l’inizio del pensiero del default finanziario e la chiusura della propria azienda.

Perdita affidabilità bancaria - Conto Corrente - Carte di Credito - VISA - MASTERCARD - AFFIDABILITA' BANCARIA

Il possedere un conto corrente non è mai stata un’operazione complicata sempre che non si abbiano segnalazioni varie presso gli Istituti di Credito e le Centrali Rischi Interbancari.

Con Basilea 3 si sono venute a creare molteplici complicanze per l’artigiano, il piccolo imprenditore ed il medio imprenditore che spesso si trova in difficoltà con l’irrigidimento del sistema bancario causandogli la perdita di affidabilità bancaria.

Solitamente quando avviene un protesto bancario, o si viene iscritti ai cattivi pagatori dal proprio sistema bancario nazionale, la disperazione regna sovrana perchè si è persa l’affidabilità bancarie e si avranno problemi per i pagamenti, non si avranno più bancomat se la banca ci ha chiuso anche il conto corrente o se presenti nelle varie banche dati finanziarie con pignoramenti e ipoteche giudiziali, legali o di riscossione si pensa solo al fallimento imprenditoriale.

Una delle cause che spingono le Piccole Medie Imprese o l’artigiano o il professionista verso l’insolvenza irreversibile è che il sistema bancario non ha lucidità e umiltà per cambiare alcuni meccanismi a cui si affida nella gestione del credito con problemi causando la perdita di affidabilità bancaria.

Le altre cause sono tutte nel campo dell’impresa: errori gestionali, errori di valutazione, ritardati o mancati pagamenti, ritardi nel riconoscere e nel contrastare i sintomi della crisi conducono inesorabilmente alla perdita di affidabilità bancaria.

La SHADOIT CONSULTANCY GROUP, grazie ai suoi consulenti finanziari, ha la soluzione per gli imprenditori che hanno perso l’affidabilità bancaria, permettendogli di proseguire con la loro attività utilizzando un conto corrente con IBANN, una carta di debito VISA o MasterCard con IBANN e la possibilità tramite internet banking di poter ricevere ed effettuare i pagamenti per il bene della propria azienda e nel caso venga richiesto in fase di avvio pratica, consentire addirittura ad una data prestabilita, il pagamento degli stipendi o pagamenti a fornitori con bonifico automatico su più conti correnti.

Una nuova prospettiva ci viene presentata per aggirare la perdita di affidabilità bancaria, bisogna solo pensare al futuro, a riprendersi la vita in mano e a riorganizzare il proprio lavoro perchè solo così si verranno a creare le condizioni per tornare a vivere serenamente e si ritroveranno le energie per riprendere il lavoro con maggior grinta.

Back Finanza

IVA e reverse charge

IVA e reverse charge, la confusione tra gli imprenditori e le contabilità aziendali dei vari Stati dell’Unione Europea è spesso dettata dalla mancanza di conoscenza e dalla confusione che hanno anche alcuni commercialisti poco esperti in diritto commerciale internazionale ed europeo riguardo le prestazioni d’opera per i servizi intracomunitari ed extra Unione Europea

IVA - REVERSE CHARGE

A decorrere dal 1 gennaio 2010 D.Lgs n 18/2010 Italian Law, che comprendendo la Direttiva Comunitaria n. 2008/8/CE ha completamente modificato e reintrodotto i criteri da applicare in materia di territorialità delle prestazioni di servizi.

Il problema da risolvere era inerente la tassazione ai fini IVA che per i vari Paesi dell’ Unione Europea è spesso differente o inesistente fino a circa 80.000 Sterline per le imprese del Regno Unito.

Spesso si era elusa l’IVA a causa di disinformazione o molto spesso pensando potesse essere una tassa risparmiata ed effettuando scontistiche altrimenti non possibili verso soggetti stranieri.

Si è giocato sull’ INTRASTAT Italiana, mettendo in crisi aziende straniere che non esportavano merci ma bensì servizi informatici non tangibili, costringendole a non poter operare con le aziende italiane soprattutto per ignoranza di alcuni non aggiornati commercialisti.

Per metter fine alla nube fumosa che si era creata forse artatamente, l’Unione Europea ha intrapreso la strada legislativa ed ha effettuato ben due distinzioni:

• B2B – business to business – ha preso in considerazione tutte le prestazioni rese a soggetti passivi IVA in altri Stati dell’Unione Europea

• B2C – business to consumer – ha preso in considerazione tutte le prestazioni rese verso soggetti privati

Nelle prestazioni Business to Business (B2B) l’Unione Europea ha definito che il luogo di tassazione deve essere individuato nel Paese di appartenenza fiscale del committente del servizio, altre sì, ha agito in maniera inversa nelle prestazioni Business to Consumer (B2C) individuando come luogo di tassazione ll Paese del soggetto prestatore del servizio.

Per i servizi Business to Business (B2B), si dovrà emettere fattura senza l’applicazione dell’IVA, con la dicitura di “REVERSE CHARGE” (inversione contabile) mentre per i servizi “Business to Consumer” (B2C), il prestatore d’opera dovrà applicare l’IVA nell’emissione della fattura e la percentuale sarà quella determinata dal proprio Stato fiscale.

Ora, bisogna fare anche una netta distinzione per il ricorso all’ INTRASTAT o meno e cioè, secondo la fiscalità italiana, all’ INTRASTAT bisognerà far ricorso in tutti quei casi in cui sono coinvolte merci in solido e non per servizi quali possono essere quelli non tangibili come una registrazione di un sito internet, l’assistenza informatica da remoto etc.

Esistono delle regole inerenti l’emissione di fattura che sono state stabilite a livello europeo e cioè che tutte le prestazioni devono essere fatturate entro il 15 del mese successivo e registrate entro il termine di emissione, rendendo rilevante il pagamento anticipato.

Una volta ricevuta la fattura da parte del prestatore d’opera facente capo all’ Unione Europea o Extra Unione Europea quali ad esempio le Company o le LLC U.S.A., senza che egli abbia applicato l’IVA, dovremo numerare la fattura del fornitore qualora non lo fosse già stata ed integrarla indicando l’ammontare dell’IVA che verrà calcolata a seconda dell’imposizione del nostro Stato fiscale di appartenenza, e dovremo effettuare un’auto fatturazione inserendo nella descrizione il nome dell’azienda che ha prestato l’opera, il numero della fattura e la data, inseriremo l’imponibile che abbiamo pagato e l’IVA che dovremo assolvere.

La fattura integrata, distintamente, dovremo riportarla nel registro IVA ACQUISTI ed in quello delle FATTURE EMESSE, liquidando il tributo ed eventualmente esercitando il diritto alla detrazione spettante.

Consideriamo a questo punto soddisfatto il principio che l’IVA deve essere pagata sempre ma rispettando le regole europee in vigore grazie anche al “Reverse Charge”.

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Finanza Italiana

Finanza Italiana nel 2018 ed il pericolo uscita dall’ Euro zona sono la preoccupazione dei mercati mondiali che stanno minando la stabilità dell’Italia a causa delle turbolenze politiche che hanno destato preoccupazione ed innescato una forte volatilità sui mercati finanziari.

Finanza - Finanza Italiana

Finanza italiana e la nascita del nuovo Governo avvenuta a quasi novanta giorni dopo il 4 marzo 2018, sembrava aver stabilizzato una crisi destinata a proseguire quando i mercati, analizzate le controverse idee di un “contratto di Governo” che altro non può definirsi se non punti di convergenza ed obbiettivi da raggiungere, hanno reso ancor più altalenanti le borse e messo maggiormente in allarme i mercati stessi.

La crisi finanziaria dell’Italia è dovuta ad un debito pubblico fuori controllo e ad un P.I.L. che non riesce ad innalzarsi ai livelli degli altri partners europei ridefinendo una contrazione nella domanda dei mercati anche a fronte di un programma di Governo troppo esoso per le finanze di un Paese già in crisi di crescita da oltre un decennio e con gravi problemi occupazionali.

I possibili scontri con l’Unione Europea, tra l’altro già avvenuti molto sommessamente prima della nascita del nuovo Governo a causa dei vincoli di bilancio imposti da Bruxelles per evitare nel passato il default dell’Italia e l’ingresso a gamba tesa della Troika, stanno generando una diffidenza nei titoli italiani e nella finanza italiana, e sembrano non aver ancora portato il buon senso in chi è debitore dei mercati internazionali.

La finanza italiana rappresentata soprattutto dalla Consob è preoccupata dalle imprese italiane che continuano con maggiore convinzione a reinvestire all’estero piuttosto che nell’economia nazionale evidenziando una sfiducia nel sistema Italia.

L’Italia ha spesso richiesto all’Unione Europea, una maggiore flessibilità per poi utilizzare quanto concesso in investimenti finanziari che consentissero la ripresa economica e la rimessa in marcia del libero mercato.

Queste concessioni economiche con la scorsa legislatura, oltre ad aver portato malumori verso l’Unione Europea, sono finite per divenire mance elettorali atte a rendere più malleabili i propri concittadini e dando segno di irresponsabilità non accettando le critiche costruttive e gli ammonimenti provenienti da Bruxelles nell’interesse del sistema economico finanziario italiano.

Bisogna anche ammettere che il nuovo Governo Italiano, aveva provato ad inserire come Ministro per l’Economia e le Finanze (M.E.F.), uno dei più grandi e stimati economisti mondiali qual’è il Prof. Savona, mettendo in seria difficoltà il Presidente della Repubblica Italiana.

In quel frangente, molti economisti notavano da subito una chiusura dei rubinetti da parte della Banca Centrale Europea, che agendo sul quantitative easing lo faceva scendere a 3,831 miliardi di euro nell’ultima settimana, dai 5,309 miliardi di euro della settimana precedente causando un’impennata dello spread, un’instabilità delle borse che reagivano immediatamente alla diffidenza Europea per un futuro Ministro euroscettico.

Il pericolo che l’Italia possa uscire dall’Euro ed automaticamente dall’Unione Europea, sembra al momento scongiurato grazie agli sforzi che la nuova compagine di Governo ha compiuto nell’affermare che non è loro intenzione mettere in crisi l’Euro ma di voler solo ridiscutere i trattati per migliorare le aspettative di vita degli italiani.

Resta comunque forte la diffidenza dei mercati a causa di promesse elettorali che difficilmente potranno essere mantenute se non facendo deficit contrario ai migliori consigli dell’Unione Europea e creando instabilità nei pagamenti che potrebbero portare l’Italia fuori dall’Euro mettendola al pari di Paesi come il Venenzuela e l’Argentina.

Gli analisti della SHADOIT CONSULTANCY GROUP, restano fiduciosi che il Governo Italiano intraprenda una strada non in deficit, ma di risparmio e risanamento dei conti pubblici che risollevino la finanza italiana e consentano una veloce ripresa economica.

Dobbiamo comprendere i manager grandi e piccoli, che stanchi di continui proclami da campagna elettorale e non trovando sbocchi economici nel loro Paese, decidano di de-localizzare le proprie imprese e dobbiamo comprendere inoltre quanti cittadini italiani, spaventati da un’eventuale uscita dall’ Euro, decidano di aprire conti correnti all’ estero per mettere al sicuro i propri beni ed i propri capitali.

Back Finanza

ITALIA – Legge di Stabilità 2016

ITALIA – Legge di Stabilità 2016, Offshore e Paradisi Fiscali, con un comma in essa contenuto risolve con un colpo di spugna la fiscalità off-limits, dando la possibilità ai professionisti e manager italiani, di poter tranquillamente intrattenere rapporti commerciali con qualsiasi società offshore e scaricarsi spese e pagamenti effettuati dalla dichiarazione dei redditi.

ITALIA - Legge di Stabilità 2016

Un comma passato in sordina consente di far finire in soffitta il decreto ministeriale italiano del 23 gennaio 2002 dal periodo d’imposta 2016, laddove non sarà più necessario indicare separatamente in dichiarazione dei redditi, i costi considerati fino all’anno 2015 in “Black List”, rendendoli deducibili dall’imponibile con l’intento di mettere un freno all’evasione ed alle fughe di capitali in costante aumento a causa di una fiscalità eccessivamente aggressiva.

L’eliminazione della “black list” è stata considerata ed attuata con la Legge di Stabilità 2016 a causa dell’imbarazzo dell’allora Primo Ministro Matteo Renzi durante una visita in Oman, Paese forte investitore mondiale al pari degli Emirati Arabi Uniti, i quali risultavano elencati tra i Paradisi Fiscali e le loro aziende erano considerate Offshore.

La legge di Stabilità 2016 ha stabilito un primato storico per la finanza e l’economia italiana, con l’intento di consentire il libero scambio commerciale mondiale alle imprese italiane, permettendogli di avvicinarsi con maggiore aggressività ai grandi business che già in altri Paesi democratici, sono da sempre consueti sulle grandi piazze, quegli scambi a fiscalità agevolata da sempre fiscalmente ostacolati con Hong Kong, Singapore, gli Emirati Arabi stessi ed altre nazioni.

Quest’innovativa disposizione si può trovare nella circolare 39/E/2016 dell’Agenzia delle Entrate Italiana, che ha differenza dei vincoli di legge precedentemente attuati nell’anno 2015 si adegua ai nuovi mercati mondiali, cercando di consentire alle sue imprese una maggiore competitività.

Il contrasto alle imprese offshore ed ai Paradisi Fiscali, combattuto dall’Italia per anni, demonizzando e cercando di inculcare nei suoi cittadini la paura di evasione ed elusione per coloro che registravano società e cercavano di operare sui mercati mondiali anche con banche straniere, ha subito un’improvvisa battuta d’arresto, proprio nel momento più delicato per la finanza internazionale dovuta ufficialmente ad un filone d’inchiesta giornalistica.

La cosa strana, è la rapida ascesa della norma italiana con la Legge di Stabilità 2016, subito dopo lo scandalo Panama Papers dello studio Mossack Fonseca, il Panama Paradise, il Bahamas Leaks ed altri scandali che hanno sconvolto società offshore panamensi a causa soprattutto della superficialità con la quale venivano trattati i dati riservati e delicatissimi dei loro clienti, che hanno fatto tremare banchieri, industriali, politici, nobili, finanzieri e tanti professionisti e commercialisti mondiali di cui molti riconducibili a cittadini italiani ancora sotto la lente d’ingrandimento del fisco, le cui generalità sono diventate pubbliche.

L’offshore ed i Paradisi fiscali che fino ad oggi hanno occultato capitali ed imposte al fisco delle varie nazioni coinvolte con l’ingresso a piede teso dei mass media, ha portato alla luce solo una piccola parte dei capitali nonostante per l’Italia siano precipitati nel limbo e vengano utilizzati ancora a pieno ritmo per far sparire o riciclare con facilità patrimoni di dubbia provenienza.

Non sembra un caso che negli Stati Uniti di America, per attrarre capitali freschi e cercare di concentrare enormi patrimoni, dopo che la Finanza mondiale ha bruciato Panama e le sue società di investimento, il Nevada, il Delaware ed altri Stati, abbiano facilitato le registrazioni di società offshore e garantiscano anonimato societario ed indubbie ed enormi facilitazioni fiscali.

Back Finanza

Bitcoin un nuovo Eldorado

Bitcoin un nuovo Eldorado, una parola spesso sentita ma non tanto ascoltata dalla gente comune, in quanto solitamente, ciò che non si può toccare è difficile da poter valutare o prendere in considerazione e soprattutto, le considerazioni fumose che hanno attorniato la cripto moneta hanno portato tanti a diffidarne

Bitcoin - cripto valuta - Litecoin - Ethereum

Bitcoin un profilato Eldorado scintillante, è una moneta elettronica utilizzata per il libero scambio di beni e per speculazioni finanziarie ma le preoccupazioni, più avanti, potremo analizzarle con maggiore attenzione.

Proprio perché dietro il Bitcoin non esiste una banca centrale che ne regoli le movimentazioni ed il peso valutario in base all’oro, spesso viene osservata con sospetto e le motivazioni sono più che giustificate.

Il Bitcoin viene generato con calcoli complessi da computer con schede grafiche avanzatissime e velocissime, in grado di generare milioni di operazioni al secondo ed assorbendo energia elettrica dal costo superiore ai valori ricercati.

Mentre un tempo gli Stati stampavano e coniavano moneta sulla base dell’oro posseduto e garantendone il valore, oggi le cose sono molto più complesse e meno chiare, in quanto si stà concretizzando l’idea che la moneta venga creata e usata per tenere al guinzaglio gli Stati ed i relativi Governi.

A seguito di quest’ultima considerazione, e con l’avvento del mondo virtuale che ha coinvolto tutti, la situazione in questi ultimi anni è cambiata dando alla luce di quelle che vengono definite criptovalute, cioè forme di denaro usate per consentire transazioni di ogni tipo.

La nascita del Bitcoin è avvenuta nel 2009, grazie all’idea di Satoshi Nakamoto che mise in pratica le regole elementari dell’economia: “la legge della domanda e dell’offerta”

Il Bitcoin, in quanto cripto valuta, viene scambiato grazie ad un database distribuito tra i nodi della rete, mentre sfruttando la crittografia ne avviene la generazione, quindi già da qui possiamo comprendere che il Bitcoin non è altro che il risultato di operazioni complesse generate da software (in questo caso open source).

Le transazioni vengono identificate da un ID sequenziale che viene affiancato da un protocollo di conferma laddove ogni singola operazione viene inserita in un’insieme di dati detto blocco, le transazioni a questo punto restano sospese finché non vengono confermate confrontandole con il database che contiene tutte le transazioni e determinandone la validità e la spendibilità.

Questo archivio di informazioni, garantirà il possesso di Bitcoin spendibili e viene chiamato Blockchain che oltre che essere pubblicamente condiviso è protetto da un sistema crittografico.

E’ ovvio che per poter quantificare i Bitcoin posseduti, bisognava in qualche modo raccogliere la cripto valuta in un contenitore, un portafoglio chiamato wallet, le cui funzioni fondamentali sono al pari di un portafoglio reale, consentendoci di conoscere la quantità di denaro virtuale posseduto.

Dopo aver dato delucidazione su cos’è una cripto valuta, ed in questo caso il Bitcoin, iniziamo con il vedere come dal mondo virtuale siamo arrivati ad una moneta reale.

Con l’esordio della moneta digitale criptata Bitcoin su un mercato come quello dei futures di Chicago, il fatto che sia avvenuta la quotazione della moneta digitale e si sia attestata nel mondo della finanza, deve farci riflettere e la prudenza deve consigliare gli operatori che vogliano diversificare il proprio portafoglio utilizzando i Bitcoin, perché oggi l’unico movente rilevante della sua domanda è quello speculativo.

Spesso c’e’ chi associa il valore del Bitcoin all’oro, ma esiste una sostanziale differenza in quanto mentre il metallo prezioso ha un valore diretto che ne fissa il limite inferiore al suo prezzo, il Bitcoin ha un valore intrinseco negativo perché qualora il suo valore crollasse a zero il produrlo sarebbe molto costoso e quindi a parità di condizioni la cripto moneta è più rischiosa dell’oro.

Altra situazione è il paragonarlo alla moneta di Stato ma, mentre quest’ultima ha una funzione di affidabilità e sicurezza dettata dall’esistenza dello Stato stesso, il Bitcoin, per quanto lo si cerchi di equiparare al libero scambio valutario, non offre le stesse garanzie perché non accettato ovunque per l’acquisto regolare di merci, proprietà ed altri beni che comunemente possono venire acquistati con la valuta tradizionale.

L’unico motivo per cui conviene investire in Bitcoin, è la speranza di un guadagno derivato dalla differenza tra il costo di acquisto e quello di vendita, definendone un movente speculativo legittimo dovuto ad un’eventuale bolla.

Inutile dire che esistono molte altre cripto monete quali Ethereum di IBM, i Litecoin ed altre ma che per poter essere scambiate, al momento, vengono valutate in base alla cripto moneta di riferimento che rimane il Bitcoin ma che non rappresenta l’Eldorado della nuova finanza come molti vogliono farci credere.

Back Finanza

Conti Correnti a rischio

Conti Correnti bancari a rischio ?
Il Bank Recovery and Resolution Directive (BRRD) prevede il congelamento dei conti correnti e limitazioni sui prelievi nel caso che un Istituto di Credito (Banca) vada in crisi

CONTI CORRENTI - BCE - BRRD - BAIL IN

Il Bank Recovery and Resolution Directive (BRRD) è una delle ultime trovate su cui Bruxelles sta alacremente lavorando per congelare i conti correnti con i risparmi dei cittadini europei e solo ora si comprendono meglio alcune delle motivazioni per cui il Regno Unito, per quanto non avesse mai adottato la moneta europea, ha deciso a malincuore di uscire dall’Unione Europea.

La novità è, secondo un documento della B.C.E. (Banca Centrale Europea), che se una banca dovesse essere sull’orlo del fallimento o in serie difficoltà, il Bail In che fino ad ora ha per lo meno tutelato i piccoli risparmiatori che non raggiungevano i 100.000 Euro e non erano né obbligazionisti, né tanto meno azionisti, potrebbe essere superato avendo toni meno apocalittici del “congelamento dei conti correnti”.

Tale congelamento dei fondi di TUTTI i correntisti, avverrebbe in un periodo non superiore ai cinque giorni lavorativi limitando i prelievi agli sportelli dell’Istituto Bancario, ed impedendo quindi, la corsa dei correntisti al ritiro di quanto versato fino a quel momento.

L’ipotesi del meccanismo di garanzia, è spinto dalla Germania, tanto è vero che il consigliere esecutivo della Banca Centrale Europea (B.C.E.), la signora Sabine Lautenschlaegr, nel promuovere questa procedura, affermava di essere stupita di quante persone ne fossero così spaventate.

La Banca Centrale Europea (B.C.E.), su richiesta del Consiglio Europeo e del Parlamento Europeo, ha espresso la propria opinione sulla revisione di varie normative riguardanti le crisi bancarie europee documentandolo (leggi documento ufficiale), come si può leggere al punto 5 e proponendo la modifica della Direttiva sulle risoluzioni bancarie (BRRD).

Gli  analisti della SHADOIT CONSULTANCY GROUP, temono che presto l’Unione Europea possa approvare tale proposta e mettere nel mirino i conti correnti dei cittadini europei, per congelarli in aiuto degli Istituti Bancari ed hanno elaborato una soluzione conveniente, sia per il privato cittadino europeo che per l’azienda.

Back Finanza

Finanza strutturata e fondi di investimento

Finanza strutturata e fondi di investimento, un mistero per molti e completamente legale per gli Stati ma di cui, se non si è esperti conoscitori della materia, bisogna prestare massima attenzione per non incorrere in perdite finanziarie sostanziose, non lasciandosi incantare da facili e veloci guadagni

Fondi di Investimento - Finanza Strutturata - S.P.V. - Special Purpose VehicleEsistono vari modi per fare finanza strutturata, laddove i fondi di investimento, le cartolarizzazioni , gli investimenti diretti verso i trend borsistici ed altre metodologie possono portare a sostanziosi guadagni ma anche a disastrose perdite finanziarie.

La SHADOIT CONSULTANCY GROUP è una società specializzata, grazie alla collaborazione di esperti consulenti, nella realizzazione di investimenti che, contrariamente a ciò che vi direbbero altri ritenuti da noi opachi, non danno la certezza di facili guadagni ma nel lungo termine possono determinare sicuramente quello che per le società viene definito rischio d’impresa.

Il fondo di investimento è uno strumento che consente ad un gruppo di investitori non collegati tra loro, di effettuare investimenti insieme e quindi, di dividere eventuali perdite o eventuali guadagni investendo in fondi strutturati o gestiti che dipendono solitamente dagli investitori del fondo.

Si è sentito spesso parlare di finanza strutturata e di società veicolo o S.P.V. (Special Purpose Vehicle) non comprendendo cosa fossero e come operassero effettivamente.

Le S.P.V., sono un soggetto diverso da una banca, utilizzate per veicolare attività finanziarie cedute da terzi con lo scopo di una o più cartolarizzazioni, rendendosi garanti dell’isolamento delle obbligazioni da quelle del cedente, potendo concedere finanziamenti nei confronti di soggetti diversi dalle persone fisiche purché si determinino delle condizioni di accertamento finanziario quali:

  1. I titoli emessi siano destinati ad investitori qualificati e regolarmente accreditati

  2. Chi usufruisce dei finanziamenti sia stato individuato da una banca o da un intermediario iscritto all’albo

    (ATTENZIONE – Prendete sempre informazioni sulla persona fisica che verrà designata dalla società veicolo per effettuare i vostri investimenti – DEVE ESSERE OBBLIGATORIAMENTE ISCRITTA AD UN ALBO OPPURE AL REGISTRO DEGLI AGENTI DI BORSA – e se non vi viene indicata, rinunciate immediatamente e cambiate società di intermediazione finanziaria)

Se osserverete l’immagine che abbiamo proposto, vi renderete conto di come viene utilizzata e come opera la società veicolo e vi sarà più semplice comprenderne l’operatività.

La S.P.V., riceve dagli originator e cioè, da coloro che trasferiscono le attività di cartolarizzazione, crediti uniti alle garanzie (qualora queste ultime esistano) in cambio di denaro, con l’abilitazione ad emettere titoli per finanziare l’acquisto dei crediti ceduti dall’originator in modo da poter corrispondere economicamente al cedente il corrispettivo economico ottenuto esclusa la propria provvigione precedentemente pattuita.

La S.P.V. procederà ad operare suddividendo i titoli emessi in fasce differenti di priorità di rimborso in modo che il rischio di insolvenza non sia proporzionalmente suddiviso su tutte le obbligazioni, ma eventualmente, ricada selettivamente ed esclusivamente prima sulle fasce di investimenti più bassi e poi sulle altre.

L’originator (solitamente una banca), raccoglie le rate e le gira alla S.P.V. la quale a sua volta andrà a pagare gli interessi ed il capitale a coloro che hanno sottoscritto i titoli, trattenendo per sé la provvigione concordata.

Utilizzando nella finanza strutturata la cartolarizzazione, è necessaria l’eliminazione dall’attivo del cedente dei crediti oggetto di operazione, cedendo il portafoglio alla società veicolo che funge da intermediario ma non è soggetta al rischio di fallimento e non è giuridicamente ancorata alle varie vicende economiche in cui potrà incorrere l’originator (QUINDI – ATTENZIONE)

Rimane ovvio che gli investitori rimarranno al riparo dal rischio imprenditoriale legato all’attività dell’originator rispondendo solo con i crediti che potranno andare insoluti e non con il pericolo di coinvolgimento nell’eventuale dissesto del cedente.

Capita spesso nella finanza strutturata, che le società di gestione lussemburghesi o irlandesi, siano in effetti possedute da società italiane e tali fondi siano considerati estero-vestiti e quindi non proprio sicuri

(ECCO PERCHE’ E’ IMPORTANTE CONOSCERE L’AGENTE ACCREDITATO, PERSONA FISICA CHE OPERERA’ FINANZIARIAMENTE E CHE SOPRATTUTTO SIA ACCREDITATO)

La Borsa ha fatto scintille e la cosiddetta commissione di incentivo o di performance ha permesso di generare profitti legalmente sia se il cliente ha perso a causa di fondi che scendevano, sia che il cliente abbia guadagnato con i fondi che salivano.

Bisognerà sempre ricordare, che i singoli azionisti, hanno la possibilità di uscire in base a INVESTIMENTO / TEMPO concordato e qualora il fondo vada in perdita, chi ne risponderà con i capitali investiti, saranno solo coloro che ancora ne saranno partecipi.

Back Finanza

Investimenti e privacy

Investimenti e privacy per la SHADOIT CONSULTANCY GROUP sono stati sempre, fin dalla sua costituzione, l’obiettivo primario per garantire i clienti e le società d’affari escludendo tutto ciò che potesse mettere a rischio la credibilità e l’onorabilità della società e dei suoi componenti, nonché l’analisi geopolitica finanziaria atta ad offrire maggiori garanzie di sicurezza.

Investimenti

La SHADOIT CONSULTANCY GROUP, nel momento in cui inizia ad analizzare un progetto di investimenti, è contraria a idee lacunose, e lo ha dimostrato più di qualche volta, nell’essere reticente a rilasciare documentazione fumosa ed ambigua cercando sempre di dare chiarezza e trasparenza sia alle aziende che si rivolgono ai suoi professionisti, che pensando sempre al rischio al quale verrà esposto il cliente, spesso rifiutando i mandati e non stilando documenti a firma autografa del suo director, non lasciandosi incantare da ipotetici guadagni definiti da altri… “investimenti sicuri”.

Fino al momento in cui non ha certezza sulla fattibilità e sicurezza dell’affare, della sicurezza e salvaguardia per il cliente, rilascia solo bozze d’accordo ( “DRAFT DO NOT COPY” ) non valide a nessun fine legale in quanto prive di firma autografa, riportanti solo una nuvola confusionaria di informazioni ricevute dalla società che si è rivolta a Lei per poi in seguito elaborarle con i suoi professionisti ed eventualmente redigere accordi e contratti a piena validità legale.

Questo comportamento, ci contraddistingue da molte altre società, in quanto mettiamo avanti prima il cliente e poi il business, per serietà e professionalità tipica di una company britannica.

Negli ultimi tempi, i nostri professionisti, si sono interessati a ciò che in gergo, vengono definiti “investimenti in Paradisi Fiscali”, hanno analizzato la stabilità geopolitica di alcuni Paesi con i quali abbiamo rapporti d’affari, la situazione finanziaria e la solidità delle loro banche, la trasparenza degli interlocutori e soprattutto, il motivo per cui la Svizzera prima e Panama ora, sono  finiti nell’occhio del ciclone e soprattutto della finanza mondiale, consentendo la perdita di segretezza ed inviolabilità della privacy di coloro che avevano costituito holding e fondazioni.

E’ venuto fuori un qualcosa di affascinante se visto con l’occhio di un esperto in geopolitica, in quanto ciò che il grande mondo finanziario ha intenzione di promuovere a nuovo paradiso fiscale nel blocco occidentale, sono gli Stati Uniti d’America.

Gli U.S.A., sono la grande super potenza economico-finanziaria che sia in maniera esplicita, che attraverso i propri servizi di intelligence, hanno collaborato con le intelligence di altre nazioni nei vari “Leaks” o “scandali”, attirando capitali in cerca di riparo sotto lo scudo della bandiera a stelle e strisce facendo convergere chi cercava privacy, verso la costituzione di società nello Stato del Nevada e nello Stato del Delaware.

Potrebbe sembrare una cosa strana, ma la protezione dello Zio Sam per la protezione di investimenti e privacy, sotto l’egida delle banche d’affari e dei potenti studi legali statunitensi, hanno incrementato il flusso di investimenti in beni mobili ed immobili ma soprattutto finanziari, proprio verso gli Stati Uniti d’America.

I più esperti economisti notarono già 10 anni fa, che l’O.C.S.E. (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), con le sue norme, stava attaccando ed attacca tutt’oggi, quei Paesi ritenuti un paradiso per i capitali e per la privacy delle identità.

In Svizzera le pressioni furono enormi da parte dell’amministrazione U.S.A. alle quali si unirono anche i Paesi europei, tanto che da “Paradiso Fiscale”, i servizi bancari e finanziari cantonesi, lentamente si resero trasparenti portando alla luce i nomi dei correntisti, dei veri azionisti ed amministratori e le somme che erano state protette nei loro forzieri, rinunciando all’opacità finanziaria in maniera graduale e spostando la loro economia sull’industria non garantendo più sicuri investimenti e privacy.

Oggi il tiro geopolitico finanziario, si è spostato su Panama, da sempre ambitissimo paradiso fiscale, laddove lo scandalo Panama Papers dello studio legale Mossack Fonseca, il Panama Paradise e le fughe di documenti (migliaia) operate a danno di società finanziarie panamensi, hanno portato danni ingenti all’economia di quello Stato e messo in guai seri politici, imprenditori grandi e piccoli, professionisti e società più disparate che ad oggi devono render conto del proprio operato agli organi di controllo finanziario dei propri Stati di residenza.

Gli Stati Uniti d’America, hanno avuto gioco facile con lo Stato di Panama, in quanto un Paese piccolo, senza possibilità di difesa né per sé e tanto meno per i propri clienti è stato fatto preda appetibile e succulenta dei potenti poteri finanziari statunitensi, mettendo in atto una politica del terrore e facendo riflettere su un trasferimento forzoso di prospettive verso gli Stati americani a tassazione zero.

Back Finanza

Panama dove nessuno và in paradiso

Panama dove nessuno va in paradiso – Panama Papers, Paradise Papers e decine di studi legali e di società finanziarie, sono solo la punta dell’iceberg che ha colpito lo Stato di Panama portando alla luce migliaia di fascicoli ritenuti più che riservati ma protetti da sistemi vecchi ed antiquati, ed utilizzando tanta superficialità, non tenendo conto che si stavano mettendo a rischio i beni ed i capitali di migliaia di persone

Panama Papers - Paradise Papers - Beni - Capitali - Società Limited a Londra - Panama dove nessuno va in paradiso

Lo scandalo Panama Papers nel 2016, mise in crisi migliaia di vip internazionalmente legati tra loro dallo studio legale Mossack Fonseca di Panama mettendo a rischio beni e capitali.

Il problema che è venuto alla luce, era dovuto al fatto che in molti avevano cercato di eludere beni e capitali alle tasse dei rispettivi Stati, laddove la semplice dichiarazione, avrebbe portato semplicemente ad un nulla di fatto e lo “scandalo” tale non sarebbe potuto esser definito.

Oggi ci ritroviamo nella stessa situazione, in quanto è stato scoperchiato un altro vaso di Pandora con il fascicolo Paradise Papers mettendo in difficoltà le autorità finanziarie panamensi, e coinvolgendo altri studi legali che si prestavano quali interlocutori finanziari, possiamo certamente affermare che Panama dove nessuno va in paradiso, ora forse in molti andranno in purgatorio.

Come sempre, la SHADOIT CONSULTANCY GROUP dimostra, essendo una società che si è data una regolamentazione inglese, di essere avanti nei tempi ed aver previsto che prima o poi, la lotta alla evasione fiscale o alla elusione fiscale, avrebbe prodotto un problema per il mondo finanziario globale, mettendo in difficoltà migliaia di persone che si erano fidate direttamente di aziende panamensi, senza aver percorso degli step obbligatori che li avrebbe salvaguardati mettendo in evidenza cha Panama dove nessuno va in paradiso, in molti ci hanno spesso sperato cercando di garantirsi una certa immunità.

Non è assolutamente illecito aprire una holding in Panama, come non è illecito aprire conti correnti offshore aziendali o personali, laddove non vi è un fisco aggressivo ed un’incessante caccia alle streghe come per alcuni Paesi europei e soprattutto per un Paese in particolare.

Esistono soluzioni di investimento decennali, che permettono di mettere al sicuro i vostri beni ed i vostri capitali aprendo società a Londra (Limited o LTD) e poi effettuando, sotto la guida esperta di professionisti accreditati nel mondo finanziario, investimenti a lungo e medio termine senza violare alcuna legge come con Panama dove nessuno va in Paradiso.

Solo in un secondo momento, si potrà ipotizzare di aprire con regolarità legale una fondazione o una holding a Panama ma soprattutto nel Delaware, sotto la protezione di una società Corporation o LLC e non essere tacciati di evasione fiscale o elusione fiscale e poter dormire sonni beati.

Registrando una società a Londra, si può beneficiare di una tassazione equa ed investire in beni strutturali mobili ed immobili, utilizzando la Limited quale società veicolo, nel modo che spiegheremo in “finanza strutturata”, per aprirvi mentalmente e permettervi di comprendere trasparentemente di cosa si tratta e come si possono realizzare utili dai vostri investimenti in maniera sicura e del tutto lecita.

Quindi, non lasciatevi incantare da false promesse di palme, mare e spiagge bianchissime in quanto a Panama dove nessuno va in paradiso, per molti la reputazione ed i propri investimenti verranno vagliati da un purgatorio fiscale.

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IMPRESA ALL’ESTERO – COSA VUOL DIRE

Cosa vuol dire fare impresa all’estero – Le tasse, possono portarci a pensare di aprire una Limited Company e farci supporre di occuparci eventualmente di una società offshore ?

Impresa all'estero - Company Limited - Ltd - OffShore - Tasse

Molti pensano che aprire un’ impresa all’estero o una Limited in Inghilterra, sia la giusta soluzione per evadere le tasse che, a nostro parere, devono essere pagate da chiunque viva in un Paese per più di 180 giorni e crei un reddito.

Il vero manager o colui che intende intraprendere la strada manageriale, deve sempre tenere ben a mente le tre ” P “

  • Profitto
  • Perseveranza
  • Prestigio

Questo è ciò che pochi vi diranno e che li ha condotti al successo, in particolar modo la perseveranza nel perseguire obiettivi importanti, da altri ritenuti impossibili, è la giusta strada da percorrere.

Il vero manager è colui che vuole fare profitto onestamente, pagare le tasse dovute allo Stato dove genera reddito e rispettare le leggi del proprio Stato.

Siamo d’accordo che spesso ci sentiamo delusi per i servizi che il Paese dove viviamo, a fronte di un’elevata tassazione, non ci dà o ci fornisce in maniera scadente ma, dobbiamo ricordarci che anche se in altre Nazioni le cose sembrano andare meglio, se le tasse ci sembrano più basse, bisogna verificare il costo della vita che a fronte di stipendi o fatturati più elevati è sicuramente alto e le difficoltà di gestione di una seria impresa all’estero.

In Inghilterra le tasse vengono pagate in maniera corretta dal 95% della popolazione delle società e che le Limited non sono società offshore e soprattutto che l’evasione di una sola sterlina o GBP, comporta anche l’eventuale pena detentiva ed è quindi evidente che è un reato penalmente perseguibile e non vi salverete nemmeno avendo residenza estera.

Quindi, a prescindere dalle vostre abitudini, ricordatevi che in Inghilterra ci si deve comportare bene e pagare tutte le tasse fino all’ultimo scellino, anche se penso che qualora foste manager nel Paese dal quale ci leggete, dobbiate comportarvi seriamente anche lì.

Contrariamente, riuscendo ad aprire società in Panama, le tasse, almeno al momento, non è legata alla redditività ma bensì ad una cifra che si aggira intorno ai 300$ l’anno a prescindere dal fatturato della società o fondazione che sia ma, quanti sono disposti a trasferirsi in Panama per aprire un’impresa all’estero ?!?

Quanti sono disposti a gestire una società panamense dal proprio Paese e soprattutto, quanti sono in grado di far affari in Panama o hanno il coraggio di farsi gestire una società senza conoscere chi la gestisce personalmente ?!?

Queste sono secondo noi le domande alle quali bisognerebbe sapersi dare una risposta ed a quelle alle quali state pensando, sicuramente una risposta la potrete trovare nelle nostre F.A.Q. di settore.

La SHADOIT CONSULTANCY GROUP maltese, ha un partner con sede in Londra che è registrata alla Company House da poco tempo ed il Director non è un fantasma ma persona ben esposta.

Questo secondo noi è voler esser chiari, volersi mettere in gioco come manager, rischiare i propri soldi ogni giorno con l’intento di fare profitto che, per qualsiasi manager non è una vergogna avere uno scopo del genere, ma bensì un’obbiettivo e soprattutto il metterci la faccia.

Quindi, prima di qualsiasi vostra illusione o voglia di compiere un’azione per poi andare verso ciò che è l’illegalità, domandatevi se siete veramente e seriamente intenzionati a fare impresa in maniera trasparente e seria, e soprattutto ricordatevi che il business se affrontato seriamente non può portarvi che soddisfazione.

Noi, grazie ai contatti con managers ed amici professionisti che, sono andati a vivere e fare impresa all’estero da anni, siamo riusciti prima a costruire le basi per il nostro business e poi ci siamo impegnati ed esposti con la registrazione della nostra società, quindi…..riflettete, ponetevi le domande sulla lingua inglese a che livello la parlate e la comprendete, se avete qualche amico che ha dimestichezza con la lingua anglosassone, fatevi una tranquilla chiacchierata davanti ad un buon caffè per rendervi conto se siete veramente in grado di gestire una conversazione e solo dopo questo piccolo passo, guardatevi intorno, prendete carta e penna ed iniziate a buttar giù una bozza di cosa vorreste fare e come lo vorreste fare.

Questi passi sono importanti per avere prima di tutto voi le idee chiare e porvi degli obbiettivi importanti che dovranno essere per forza raggiunti in quanto altrimenti avrete buttato tempo ma soprattutto soldi.

Gli affari fantomatici ed i voli di fantasia non esistono, esiste la dura realtà con la quale ognuno di noi esseri umani deve confrontarsi ogni giorno e per un manager è decuplicata.

Pensate che il mettere in piedi un’ impresa all’estero, anche se di soli servizi, deve impegnarvi nella commercializzazione del prodotto che intenderete trattare, alla rete commerciale che dovrete mettere in piedi, al tempo che andrà via ed ai soldi che usciranno e più tempo perderete, più soldi saranno volati via.

Riflettete seriamente ed al minimo dubbio o perplessità desistete dall’impresa, forse non siete ancora sicuri del passo che intendete fare.

Solo dopo, quando avrete fatto tutte queste riflessioni e sarete certi di ciò a cui state andando incontro, scriveteci e prendete contatti con noi che, saremo ben contenti di condividere con voi il vostro desiderio ed insieme cercheremo di trasformarlo LEGALMENTE in realtà.

Questo è stato il consiglio che mi fù dato tanti anni fà da un mio carissimo amico ed infatti è ciò che ho fatto ascoltandolo e creando le basi per un solido e serio business che oggi ho realizzato e quindi mi sento di darlo a tutti coloro che cercano una strada onesta per diventare managers seri avendo un’ impresa all’estero.

Noi vi richiederemo sempre un feedback che verrà pubblicato in maniera anonima, e questo per ogni cliente con il quale avremo modo di fare affari e condividere la nostra professionalità e le sue idee ed aspettative e non rimaneteci male se proprio a voi toccherà sentire: “ci spiace, non prosegua nel suo intento, per il suo bene e per la nostra serietà non accettiamo il mandato”, pensate che vi abbiamo considerati degli amici e non dei clienti e che vi abbiamo detto chiaramente cosa pensavamo.

SHADOIT CONSULTANCY GROUP
Directors

Trasferire soldi all’estero

Trasferire soldi all’estero ?
Proteggiamo il nostro denaro
E’ possibile spostare i soldi, vediamo come farlo legalmente

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Iniziamo con lo sfatare il falso mito di chi dice che  trasferire soldi all’estero e cioè portare via dal nostro Paese di residenza il nostro denaro è un’operazione illegale, nello stesso modo di chi fino ad oggi vi ha fatto credere che aprire un conto personale in Unione Europea fosse sia illegale, che impossibile.

Niente di più falso ! ! !

Bisogna invece dire  che trasferire soldi all’estero è un’operazione del tutto legale, se si agisce in conformità alle leggi vigenti e le somme di denaro sono state ottenute legalmente.

Così come aprire conti bancari all’estero, anche offshore, richiedere carte di credito anche non tracciabili e disporre dei propri soldi liberamente, cosa che in molti Paesi ormai non è più possibile o per lo meno limitato e si continua a perseguire la strada di cercare di sottrarre il bene privato arrivando a contestare addirittura la legittimità della proprietà privata.

Se i capitali di cui siete in possesso è dimostrabile che è stato guadagnato onestamente, pagando i dovuti tributi, qualsiasi somma potrà essere trasferita all’estero per mezzo di normalissimi canali, soprattutto bancari, anche se solitamente fanno resistenza in quanto gli state sottraendo guadagni nel trasferire soldi all’estero.

Una cosa non bisogna dimenticarsi mai, e cioè che in fase di dichiarazione dei redditi annuali, nel riquadro RW bisognerà indicare la banca dove vengono detenuti i capitali, il Paese dove è allocata la banca e la giacenza media annuale calcolata al momento della dichiarazione reddituale.

Per chi è italiano, questa breve regola, vi metterà al riparo da problematiche che effettivamente potrebbero altrimenti far evincere l’esportazione irregolare o l’occultamento al fisco del vostro Paese di residenza, del denaro regolarmente spostato fuori dai confini del vostro Stato e per chi se lo stesse domandando, un normale commercialista sarà in grado di compilare il quadro RW del modello Redditi PF se non il vostro ufficio del personale dell’azienda per la quale lavorate e che vi sta versando l’eventuale stipendio su quel conto corrente.

Siamo a ricordarvi che entro il 31 dicembre di ogni anno, bisognerà evadere l’IVAFE e cioè un’imposta sui conti correnti bancari detenuti all’estero che per il privato cittadino ammonta a circa 34 euro per ciascun conto e per le attività finanziarie nella misura del 2 per mille; qualora l’importo non superi annualmente i 5000 Euro l’IVAFE per i conti correnti personali non dovrà essere pagata.

Le informazioni di cui sopra, molte aziende senza scrupoli, pur di raccogliere il maggior numero di clienti evita sicuramente di comunicarle e questo dovrebbe già farci comprendere che forse non c’è trasparenza.

Sono molteplici le cause che possono motivare una persona a trasferire somme di denaro che le appartengono e avere i propri capitali in un Paese senza o con minimi controlli valutari e fiscali permette di avere sempre la disponibilità immediata per fare un affare e soprattutto vi permette di mettere al riparo i vostri capitali, anche qualora fossero esigui, dal Bail In e da un’eventuale pericolo di default del vostro Paese.

C’è da dire però, che per trasferire il denaro verso Paesi considerati “Paradisi Fiscali” è però importante informarsi adeguatamente, perché le regole sono diverse da Paese a Paese, ed inoltre sono a volte determinate dai trattati firmati da tali Paesi con alcune altre Nazioni.

Il denaro può transitare verso l’estero in maniera  assolutamente legale.

PER CONTANTI
A questo punto penserete: “ma voi della SHADOIT CONSULTANCY GROUP siete impazziti ?”

La nostra risposta è: “NO, E’ TUTTO PERFETTAMENTE LEGALE”

In quasi tutti i Paesi, per trasferire soldi all’estero, é possibile uscire e entrare con una somma di denaro contanti a 9.999 euro o dollari compreso il denaro che avete nel vostro portafogli, in quanto in sede doganale possono contestare anche le somme detenute nel portafogli se il totale vi porta a superare la cifra indicata prima.

Se la somma trasportata fosse superiore, bisogna obbligatoriamente dichiararla molto prima alla dogana, spiegandone la provenienza accertata con documentazione idonea spesso rilasciata dalla vostra banca, per non incorrere in sanzioni che possono arrivare fino al 50% della somma eccedente.

CON TRASFERIMENTO BANCARIO
Pochi sanno che il trasferimento verso un conto estero con un semplice bonifico bancario, anche internazionale, non comporta alcun limite nè alcuna dichiarazione a seguito della perfetta tracciailità per poter trasferire soldi all’estero.

CON L’INVIO DI DENARO
Per trasferire soldi all’estero ci si può anche affidare a compagnie che si occupano specificamente di questo, come Western Union, MoneyGram ed altre.

I nostri consulenti sono a vostra completa disposizione, se siete seriamente interessati non pensateci e contattateci

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