Investimenti finanziari

INVESTIMENTI FINANZIARIGli investimenti finanziari stanno determinando forti fibrillazioni sui mercati bancari internazionali che in questi ultimi due anni hanno sofferto per la recessione dovuta al COVID 19 che ha colpito indiscriminatamente tutti gli Stati mondiali mietendo l’economia sia media che piccola e colpendo al cuore le banche centrali mondiali.Investimenti finanziari

Gli investimenti finanziari dei sistemi economici internazionali stanno nascondendo la crisi galoppante sotterranea che sta colpendo i sistemi bancari in quanto gli acquisti legati alla moneta di scambio, dollaro – euro, che determinerebbe il ritiro dei propri valori mettendo in crisi le banche condurrebbe gli Stati verso un sicuro fallimento finanziario e scatenerebbe sicuramente degli scontri fisici per la sopravvivenza dei vari popoli della Terra.

Lo scenario apocalittico sopra descritto non è inverosimile e la dimostrazione viene dal costo delle valute presso le banche centrali alle varie banche che acquistano a prezzi ed interessi pari o negativi portando il valore monetario ad un valore pressoché nullo.

Questa soluzione è stata posta in essere per consentire alle varie economie di ripartire ma il COVID 19 è riuscito per il momento ad avere la meglio sui vari settori finanziari mettendo in crisi i grandi sistemi industriali e portando alla chiusura di molte medie imprese e tantissime piccole imprese ed annullando quasi completamente i benefici di cui si sarebbero potuti vedere gli effetti a medio e lungo termine tenendo al minimo storico gli investimenti finanziari.

Il costo dell’energia ne è un esempio, laddove la carenza di strutture preposte al green è stato messo in crisi dalla carenza di gas e petrolio euro-asiatico russo che ha costretto gli Stati Uniti di America ad intervenire con forniture trasportate via nave per impedire ai prezzi di continuare a lievitare raggiungendo sicuramente in un futuro vicinissimo un aumento dei costi del 200% che sarebbe stato impossibile pagare ripercuotendosi sulla popolazione europea.

La corsa al nucleare sta riprendendo quota per sopperire alla carenza di energia che potrebbe portare alla chiusura di grandi fabbriche che metterebbero in ginocchio gli Stati europei impedendogli in seguito l’accesso al libero mercato.

I licenziamenti del personale nelle piccole aziende è ormai all’ordine del giorno e spesso i prezzi di produzione sono lievitati con l’impossibilità per il consumatore e la distribuzione di poter intervenire per sostenerne ulteriore produzione.

La problematica legata agli scarsi investimenti finanziari si sta ripercuotendo sugli alimenti, sul costo dell’energia elettrica, sul costo dei carburanti e per quanto i vari Stati cerchino di sostenere questi settori non potranno continuare ancora a lungo perchè bisogna ricordarsi che la moneta stampata non può superare il valore aurifero di uno Stato altrimenti non si parlerebbe più di debito pubblico ma dopo un valore percentuale prossimo al 150% si parlerebbe di fallimento di uno Stato in quanto non riuscirebbe più a pagare né il montante e né gli interessi che divorando l’economia finanziaria porterebbero ad un incremento della percentuale debitoria poi impossibile da sanare se non svendendo i beni dello Stato stesso, quindi….il fallimento finanziario.

Questa tipologia di risultanza finanziaria, abbiamo avuto modo di osservarla in tempi passati nella crisi dell’Argentina, dove la gente si recava ai bancomat e non poteva ritirare i propri soldi comportando l’impossibilità a poter acquistare beni di prima necessità e lo possiamo osservare con quanto è stato fatto con la Grecia che è stata costretta a svendere i propri beni in cambio di aiuti per la popolazione, venendo messa alla mercé di altri Stati europei che ne hanno dilaniato l’economia.

La scelta migliore in un periodo storico così difficile per le economie mondiali sono gli investimenti finanziari in preziosi quali: diamanti, rubini e smeraldi in quanto anche le fluttuazioni dell’oro non portano grande beneficio e sono difficilmente trasportabili tra uno Stato e l’altro per favorirne lo scambio in caso di collasso economico.

Un giusto investimento dovrebbe consistere in una variazione percentile delle proprie risorse finanziarie conservando una parte in denaro nella valuta euro, una parte in denaro nella valuta dollaro ed una grossa parte in pietre preziose che da sempre sono stata moneta di scambio ben accettata da qualsiasi mercato mondiale.

Le sollecitazioni finanziarie proposte dalle banche e dagli Stati per sostenersi con l’acquisto di titoli di Stato non sono vantaggiose in quanto se uno Stato andrà in crisi, questi titoli si trasformeranno in carta straccia e ben difficilmente si potranno scambiare per poter sopravvivere e quindi non sono buoni investimenti finanziari.

Questi scenari sono facilmente desumibili da quanto sta avvenendo nei mercati finanziari e dalla paura che si evince con il favorire l’acquisto delle valute alle banche presso i vari sistemi bancari centrali.

Lo si è visto anche negli Stati Uniti d’America nel momento in cui la FED aveva chiuso i rubinetti non consentendo più al sistema finanziario di incrementare il suo spaventoso debito pubblico e che aveva determinato la chiusura temporanea di tutti i servizi pubblici mettendo in crisi i propri cittadini che non potendo più lavorare iniziavano ad avere problemi di sopravvivenza.

Il nostro consiglio, quindi è di investire una gran parte dei propri averi bancari in pietre preziose per garantirsi un salvagente a lungo termine e poter vivere al sicuro da qualsiasi crisi monetaria ed avere ottimi investimenti finanziari duraturi per generazioni.

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Investimenti e privacy

Investimenti e privacy per la SHADOIT CONSULTANCY GROUP sono stati sempre, fin dalla sua costituzione, l’obiettivo primario per garantire i clienti e le società d’affari escludendo tutto ciò che potesse mettere a rischio la credibilità e l’onorabilità della società e dei suoi componenti, nonché l’analisi geopolitica finanziaria atta ad offrire maggiori garanzie di sicurezza.

Investimenti

La SHADOIT CONSULTANCY GROUP, nel momento in cui inizia ad analizzare un progetto di investimenti, è contraria a idee lacunose, e lo ha dimostrato più di qualche volta, nell’essere reticente a rilasciare documentazione fumosa ed ambigua cercando sempre di dare chiarezza e trasparenza sia alle aziende che si rivolgono ai suoi professionisti, che pensando sempre al rischio al quale verrà esposto il cliente, spesso rifiutando i mandati e non stilando documenti a firma autografa del suo director, non lasciandosi incantare da ipotetici guadagni definiti da altri… “investimenti sicuri”.

Fino al momento in cui non ha certezza sulla fattibilità e sicurezza dell’affare, della sicurezza e salvaguardia per il cliente, rilascia solo bozze d’accordo ( “DRAFT DO NOT COPY” ) non valide a nessun fine legale in quanto prive di firma autografa, riportanti solo una nuvola confusionaria di informazioni ricevute dalla società che si è rivolta a Lei per poi in seguito elaborarle con i suoi professionisti ed eventualmente redigere accordi e contratti a piena validità legale.

Questo comportamento, ci contraddistingue da molte altre società, in quanto mettiamo avanti prima il cliente e poi il business, per serietà e professionalità tipica di una company britannica.

Negli ultimi tempi, i nostri professionisti, si sono interessati a ciò che in gergo, vengono definiti “investimenti in Paradisi Fiscali”, hanno analizzato la stabilità geopolitica di alcuni Paesi con i quali abbiamo rapporti d’affari, la situazione finanziaria e la solidità delle loro banche, la trasparenza degli interlocutori e soprattutto, il motivo per cui la Svizzera prima e Panama ora, sono  finiti nell’occhio del ciclone e soprattutto della finanza mondiale, consentendo la perdita di segretezza ed inviolabilità della privacy di coloro che avevano costituito holding e fondazioni.

E’ venuto fuori un qualcosa di affascinante se visto con l’occhio di un esperto in geopolitica, in quanto ciò che il grande mondo finanziario ha intenzione di promuovere a nuovo paradiso fiscale nel blocco occidentale, sono gli Stati Uniti d’America.

Gli U.S.A., sono la grande super potenza economico-finanziaria che sia in maniera esplicita, che attraverso i propri servizi di intelligence, hanno collaborato con le intelligence di altre nazioni nei vari “Leaks” o “scandali”, attirando capitali in cerca di riparo sotto lo scudo della bandiera a stelle e strisce facendo convergere chi cercava privacy, verso la costituzione di società nello Stato del Nevada e nello Stato del Delaware.

Potrebbe sembrare una cosa strana, ma la protezione dello Zio Sam per la protezione di investimenti e privacy, sotto l’egida delle banche d’affari e dei potenti studi legali statunitensi, hanno incrementato il flusso di investimenti in beni mobili ed immobili ma soprattutto finanziari, proprio verso gli Stati Uniti d’America.

I più esperti economisti notarono già 10 anni fa, che l’O.C.S.E. (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), con le sue norme, stava attaccando ed attacca tutt’oggi, quei Paesi ritenuti un paradiso per i capitali e per la privacy delle identità.

In Svizzera le pressioni furono enormi da parte dell’amministrazione U.S.A. alle quali si unirono anche i Paesi europei, tanto che da “Paradiso Fiscale”, i servizi bancari e finanziari cantonesi, lentamente si resero trasparenti portando alla luce i nomi dei correntisti, dei veri azionisti ed amministratori e le somme che erano state protette nei loro forzieri, rinunciando all’opacità finanziaria in maniera graduale e spostando la loro economia sull’industria non garantendo più sicuri investimenti e privacy.

Oggi il tiro geopolitico finanziario, si è spostato su Panama, da sempre ambitissimo paradiso fiscale, laddove lo scandalo Panama Papers dello studio legale Mossack Fonseca, il Panama Paradise e le fughe di documenti (migliaia) operate a danno di società finanziarie panamensi, hanno portato danni ingenti all’economia di quello Stato e messo in guai seri politici, imprenditori grandi e piccoli, professionisti e società più disparate che ad oggi devono render conto del proprio operato agli organi di controllo finanziario dei propri Stati di residenza.

Gli Stati Uniti d’America, hanno avuto gioco facile con lo Stato di Panama, in quanto un Paese piccolo, senza possibilità di difesa né per sé e tanto meno per i propri clienti è stato fatto preda appetibile e succulenta dei potenti poteri finanziari statunitensi, mettendo in atto una politica del terrore e facendo riflettere su un trasferimento forzoso di prospettive verso gli Stati americani a tassazione zero.

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