Cloud Internet è un termine che i tecnici della SHADOIT CONSULTANCY GROUP, utilizzarono in tempi quando ancora la società non era nei pensieri dei soci fondatori e già nel 2004, grazie alla possibilità data dall’RDP e dall’utilizzo di terminali (pc senza disco) che caricavano il sistema operativo linux con un desktop molto simile a windows via rete, consentirono a molte aziende di mantenersi collegate tra loro condividendo i file

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Cloud Internet, con il tempo il termine venne abusato per tutto ciò che riguardava l’utilizzo di software e file sulla rete internet, molti provider chiamavano cloud la condivisione via ftp e via web di ciò che veniva prodotto presso i vari uffici ma non garantendo alcuna sicurezza ed esponendo i dati a pericolose alterazioni.

Ad oggi, il cloud ha assunto il giusto significato e cioè l’immagine di un enorme serbatoio reso sicuro dal protocollo HTTPS e dai vari sistemi di sicurezza hardware e software che impediscono l’intrusione di terze persone non autorizzate, dove vengono conservati i dati delle persone, delle aziende con la possibilità di visualizzarli, modificarli e condividerli in sicurezza da qualsiasi parte del mondo.

I dati del cloud vengono archiviati su uno o più server fisici che sono gestiti e controllati dal provider che ha messo a disposizione il servizio e che lo gestisce verificandone l’attendibilità e la sicurezza.

Con l’evolversi delle piattaforme cloud internet, si è iniziato a poter utilizzare software quali Word, Calc ed altri programmi che consentano l’alterazione e la modifica di un dato anche in modalità condivisa, senza dover per forza aver installato tale software sulla piattaforma client utilizzata ed anche Microsoft con il servizio Microsoft 365 cerca di rimanere al passo con i tempi e l’evolversi delle soluzioni infrastrutturali dove primeggia il mondo open source.

Con la corretta informatizzazione, sempre più aziende fanno ricorso al cloud coinvolgendo i propri reparti I.T. per la messa a punto e realizzazione, consentendo ai propri dipendenti, rappresentanti e centri marketing e consulenti, di accedere e scaricare i dati su qualsiasi dispositivo quale può essere un tablet, uno smartphone, un laptop etc, rendendo molto più coeso, disponibile ed immediato il prodotto aziendale.

Il limite del cloud internet per un’azienda, ma anche per un professionista, è dettato solo dallo spazio che può limitare il volume di dati disponibili e la velocità con la quale possono venir erogati.

Non ci soffermeremo sulle tecniche di disk mirroring, cluster server etc ma vogliamo semplicemente fornire la corretta risposta dicendo che il limite al volume di dati e la velocità a livello disco, si risolve molto rapidamente incrementando le risorse e sostituendo i vecchi hard disk meccanici con unità a stato solido (SSD) e la velocità, oltre che essere dettata dalla velocità di accesso al dato a livello server hardware, è dettata soprattutto dal collo di bottiglia che potrebbe rappresentare una rete esterna mal dimensionata ed una rete interna mal gestita.

Molte aziende pensano al risparmio illuse dai propri sistemisti ed ingegneri I.T., che con la virtualizzazione si possa ovviare al gruppo di server fisici, non mettendo in conto che la virtualizzazione può essere utilizzata per alcuni tipi di servizi erogabili ma per il cloud è preferibile ricorrere a server fisici per un motivo di velocità e gestione dei dischi e soprattutto perché comunque la CPU o le CPU integrate nella macchina fisica, per gestire le macchine virtuali utilizzano dei cicli che ne rallentano le operazioni e determinano un collo di bottiglia dettato anche dall’emulazione dell’hardware a livello software.

Tra le piattaforme maggiormente utilizzate da chi utilizza il cloud internet si mette in evidenza DropBox, ma quanti veri ingegneri I.T. sarebbero disposti a condividere i propri dati e quelli sensibili della propria azienda su una piattaforma estranea ai propri sistemi con il dubbio che qualcun altro possa un giorno spiarne i documenti ?

Esistono varie piattaforme alternative installabili sui sistemi GNU/Linux, laddove la stessa Microsoft utilizza lo stesso sistema per rendere pubblici i propri aggiornamenti e condividere i propri dati, forte della sicurezza offerta dal mondo dell’open source, si evince quindi che SeaFiles, OwnCloud e NextCloud spiccano per garanzia ed affidabilità in questa categoria di servizi.

La SHADOIT CONSULTANCY GROUP erogatrice del servizio di Cloud Internet prese tempo fa in considerazione OwnCloud e ne ha utilizzato fino a poco tempo fa il suo prezioso contributo per archiviare e distribuire i dati delle aziende che glieli affidano.

La piena compatibilità e la semplicità di migrazione di quanto era stato fatto su OwnCloud, ci ha portato ad operare su quella che ad oggi è la più moderna, veloce e completa piattaforma Cloud Internet, superiore anche al decantato DropBox, ma con la certezza che i dati vengono protetti e verificati come dati e non come informazioni aziendali, con tutte le garanzie che si possono offrire ad un’azienda che intende operare nella massima sicurezza, arrivando a fornire anche server già installati o preparare server delle aziende che poi verranno manutenuti dalla nostra azienda o dai sistemisti dell’impresa proprietaria del server.

Owncloud gode di aggiornamenti di sicurezza e funzionalità indispensabili per la condivisione su internet dei dati aziendali e ad oggi, garantisce un modo innovativo di condividere i propri lavori con altre persone, utilizzando una banda minima, garantendo velocità anche su hardware non proprio aggiornati e dando una boccata d’aria fresca a coloro che lo controllano andando fuori dai vecchi schemi.

Spicca un’app server utile ai sistemisti, per verificare in tempo reale il carico della CPU, l’utilizzo della memoria, le statistiche di archiviazione e altri strumenti di monitoraggio tramite un pannello di amministrazione, oltre alla possibile integrazione del monitor Nagios.

Per l’utente, spicca la possibile funzionalità avanzata come Collabora Online Office e l’integrazione per le video conferenze grazie al connubio con piattaforme esterne quali WebRTC, oltre all’implementazione di nuove app nello store disponibile di Owncloud e di store di terze parti, quindi un nuovo modo di vedere il Cloud Internet e di utilizzare un unico strumento di lavoro direttamente nei browser.

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